L’Ospedale Maggiore di Crema cambierà faccia: sbloccato l’utilizzo del lascito di Ernesto Patrini, sarà possibile attivare l’intervento di riqualificazione energetica e di protezione passiva del Monoblocco ospedaliero di largo Ugo Dossena, nell’operazione denominata Una seconda pelle. I lavori partiranno entro fine giugno, dureranno circa un anno e saranno divisi in due tranche; obiettivo è la riduzione delle dispersioni energetiche tramite l’efficientamento della struttura.
Il costo dei lavori
“Mai saremmo stati autorizzati ad un intervento di questo tipo con i soli finanziamenti regionali” ha commentato Luigi Ablondi, direttore generale del presidio ospedaliero. Il costo dei lavori di 1.621.509,24 euro verrà coperto impiegando parte del lascito di Ernesto Patrini (2 milioni 300 mila euro). Il restante della somma donata dal benefattore verrà utilizzata per ulteriori interventi strutturali da compiere sull’edificio ospedaliero.
I progetti scartati
Per quanto concerne il rifacimento della facciata “in origine avevamo lanciato il concorso di idee – ha aggiunto il direttore generale – rivolto al liceo artistico Bruno Munari. Tuttavia, nessuno dei progetti presentati aveva ricevuto la fattibilità pratica: in primo luogo per un difetto dei materiali che si sarebbero dovuti utilizzare; in secondo luogo, nelle progettazioni non era stato tenuto conto del fatto che l’ospedale di notte fosse già illuminato di suo”.
L’intervento
Così è stato selezionato il progetto degli architetti Camillo Cugini, Michael Tribus e Chiara Valenzano. Prevede l’applicazione all’edificio di elementi isolanti prefabbricati, realizzati con prodotti biocompatibili e naturali. Il rivestimento si presenterà, ha illustrato l’ingegnere Fabrizio Landi, come “una grossa scatola di legno riempita di fiocchi di cellulosa. Verranno sostituite anche le finestre, con elementi costituiti da lamiera preverniciata e isolata con lana di roccia. La scelta dei serramenti, infine, è ricaduta su materiali tradizionali quali legno rivestito in alluminio”.
Mantenere la memoria
A livello cromatico, il plesso ospedaliero “manterrà i toni attuali per il mantenimento della memoria dell’edificio – ha concluso Landi – richiamando l’architettura milanese degli anni ’50 con tre sfumature di verde”. I lavori partiranno dalla facciata anteriore dell’Ospedale maggiore e solo nell’ultima fase interesseranno le camere di degenza: questo, sia per arrecare il minor disturbo possibile ai pazienti, sia per permettere i lavori già previsti al primo e al secondo piano dell’edificio. In allegato i grafici dei prospetti della nuova facciata.