Le prospettive e le opportunità per gli infermieri, a partire dalla Presa in carico integrata della cronicità: questo il tema del convegno organizzato dal Corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Milano, sede di Crema. Uno spunto interessante per gli studenti del secondo e del terzo anno, presenti all’iniziativa organizzata presso l’aula 2 Nord del polo universitario cremasco di via Bramante. Moderatore della prima parte del convegno, Luigi Ablondi, direttore generale dell’azienda ospedaliera Ospedale Maggiore di Crema, al quale è spettata l’introduzione ai lavori della mattinata.
Medici e infermieri
Il direttore ha posto l’attenzione sulla distinzione tra la professione medica e quella infermieristica, “che ha ancora bisogno di essere interpretata. Ad oggi, visto il comma 556 dell’articolo 1 della Legge di Stabilità 2015, sembra che le competenze infermieristiche possano essere discusse al tavolo senza consultare i medici. Non solo: a livello normativo, si pretende di fare distinzioni senza parlare del paziente. Credo, invece, si debba partire dall'ottica di una nuova definizione delle competenze infermieristiche, secondo i principi dell’autonomia, responsabilità e competenza. Tuttavia, non esistono sono confini che si possano tagliare con una linea retta: tra medici e infermieri c'e una zona grigia su cui bisognerebbe far chiarezza, ma è difficile farlo attraverso disposizioni di legge”.
Partire dalla cronicità
“Il malato si aspetta, da medici ed infermieri, di essere curato bene e che quanto fatto sia individuato e non consenta sovrapposizione di competenze. Ci sono tantissime situazioni che coinvolgono in maniera indifferente medici e infermieri. Per definire questo problema non occorre contrapporsi l’un l’altro: se si estende la gamma di competenze ad una categoria, si restringe quella dell’altra e viceversa. Bisogna prendere atto che le competenze degli infermieri (come quelle degli ostetrici e di altre categorie) vanno estese. In questo percorso bisognerebbe si trovasse l’intesa su quella zona grigia, cercando collaborazione e condivisione, senza contrapporsi. Per fare ciò è certamente utile partire dalla formula del malato cronico, quella meno complessa. Quindi ben venga questo convegno – ha concluso Ablondi – ottimo punto di partenza per individuare quelle soluzioni di cui il sistema ha bisogno”.