Crema. ReteScuole chiama gli amministratori al tavolo per parlare della scuola di Cl
Alla media Galmozzi di Crema si è tenuto l’incontro organizzato da ReteScuole Crema con le forze politiche e le associazioni del territorio che hanno a cuore il destino dell'area ex cascina Valcarenga e del nuovo polo scolastico Racchetti. La riunione era stata indetta dopo che si era appreso, da fonti stampa, che il presidente della Provincia Massimiliano Salini e Giovanni Leoni, assessore provinciale al patrimonio, avevano dichiarato di chiudere definitivamente ogni possibilità di riutilizzo della scuola di Cl per procedere alla costruzione della nuova sede del Liceo Racchetti presso il polo scolastico di San Bartolomeo.
I presenti
Erano presenti oltre ad alcuni membri dell’associazione promotrice ReteScuole Crema, per Sel Alvaro Dellera coordinatore circolo Crema e del cremasco; per Rifondazione Comunista il consigliere comunale Mario Lottaroli, per il Movimento 5 stelle del cremasco Paride Crotti e Davide Margheriti, per il Partito Democratico Omar Bragonzi coordinatore del cremasco con Gianluca Giossi capogruppo consiliare e Graziella Della Giovanna, per gli studenti del Comitato Scuola Pubblica Alessio Maganuco.
Perché no
Dopo la relazione iniziale del rappresentante di ReteScuole Crema professor Claudio Patrini si è sviluppato un ampio, ricco ed articolato dibattito in cui si sono messi in evidenza e condiviso i seguenti punti. “Non possiamo assistere passivamente alla scelta effettuata dalla Provincia”. L’assessore Giovanni Leoni ha affermato che la struttura della scuola di Cl ha dimensioni diverse da quella provinciale, inoltre la nuova opera verrà pagata con un canone annuo di 600mila euro.
La perplessità del progettista
“La nostra prima perplessità è dovuta al fatto che, ovviamente, vanno eliminate quelle strutture previste nel progetto iniziale come la chiesa, l’auditorium, la piscina. Inoltre il progettista, architetto Massimiliano Aschedamini, ha più volte ribadito che la scuola di Cl poteva facilmente essere riutilizzata in quanto la struttura è stata comunque pensata ad uso scolastico”.
Area devastata
“Vogliamo verificare se non è possibile usufruire anche solo di una parte dell’edificio costruito ed è per questo che è nata l’idea di chiedere un incontro con il progettista gestita dal Sindaco e dalla Commissione Ambiente e Territorio. E’ chiaro che se non si sfrutta questa occasione, alla nostra città rimarrà per sempre in eredità un mostro ed un’area devastata”.
Per 30 anni vincolato
“Non possiamo dimenticare che dalla documentazione da noi analizzata emerge chiaramente che per 30 anni l’edificio della Valcarenga è vincolato ad uso scolastico. In ogni caso, al di là della destinazione d’uso, non avrebbe senso lasciare per anni ed anni un’opera così incompiuta a sfregiare l’ambiente: chiunque sa bene che in questo momento di crisi anche l’edilizia residenziale soffre (il mercato è bloccato) e nessun imprenditore si imbarcherebbe in una riconversione della struttura. Quale potrebbe essere quindi il destino di quella struttura ciclopica?”
Perché costruire ancora?
“Consci che sia necessario valutare anche l’aspetto giuridico legato al fallimento della Charis, pensiamo che, se c’è la volontà politica, è possibile superare anche questo nodo. Siamo perfettamente a conoscenza che il piano di governo dl territorio prevede la costruzione, nell’area di San Bartolomeo di una nuova sede scolastica, ma con la situazione venutasi a creare questa scelta si rivelerebbe un ulteriore consumo di territorio”.
Problemi di viabilità
“Chi sostiene che sia più funzionale costruire il nuovo edificio nell’area dell’attuale polo scolastico non tiene conto dei problemi di viabilità già esistenti attualmente in quella zona ove sono presenti, oltre alle scuole ITIS Galilei, Pacioli, Sraffa e Liceo artistico, anche l’ospedale, il tribunale e una mensa. Non dimentichiamoci che il traffico attuale aumenterebbe per la presenza di più di mille tra studenti docenti e personale del Liceo Racchetti. La zona dove si trova la struttura incompiuta sarebbe viceversa facilmente raggiungibile dal nord del cremasco e comunque potrebbe essere servita da navette. Dal nostro punto di vista il problema è fondamentalmente politico”.
La regione non si chiami fuori
“La Regione Lombardia ha contribuito enormemente a creare questa situazione, ora non può chiamarsi fuori, ma deve intervenire. Riteniamo necessario la costituzione di un tavolo comune di lavoro tra Regione, Provincia ed Ente Locale, a tal fine verranno coinvolti i consiglieri regionali e provinciale che solleveranno la questione negli organi competenti”.
Il comune si faccia sentire
“L’amministrazione Comunale deve, a sua volta, prendere una posizione netta, deve far sentire la sua voce senza tentennamenti, deve elaborare una strategia complessiva che dovrà essere tenuta presente dal presidente della Provincia prima di qualsiasi iniziativa in campo edilizio per il nuovo polo scolastico”.
I prossimi passi
“Per questo è già stato concordato con il sindaco un incontro per sabato 1° giugno alle ore 10:00 in comune a Crema, aperto alle forze politiche ed ai consiglieri comunali che hanno a cuore il destino dell'area ex cascina Valcarenga e del nuovo polo scolastico Racchetti. Sono inoltre invitati i parlamentari cremaschi, i consiglieri regionali ed i consiglieri provinciali”.
Sensibilizzare
“Come nella fase iniziale della nostra mobilitazione a favore della scuola pubblica e contro il finanziamento della scuola privata, riteniamo indispensabile sensibilizzare l’opinione pubblica utilizzando vari strumenti che valuteremo al più presto quali la convocazione di una conferenza stampa, il volantinaggio nei quartieri e davanti alle scuole con coinvolgimento degli studenti stessi, un presidio in piazza Duomo ed iniziative varie nelle feste di partito”.