23-10-2015 ore 10:59 | Cronaca - Cremona
di Angelo Tagliani

Benessere equo e sostenibile territoriale. I numeri raccontano la Provincia di Cremona

Lo studio del Benessere equo e sostenibile territoriale consente alle amministrazioni pubbliche di aggiornare la priopria politica e modulare gli interventi a seconda di esigenze concrete. Stando ai dati presentati durante la quinta giornata nazionale della statistica, il profilo del benessere della provincia di Cremona è per molti indicatori in linea con i dati registrati a livello nazionale e regionale. Un maschio che nasce nell’area cremonese ha un’aspettativa di vita media di 79,7 anni, in Italia 79,8, mentre una bambina ha un’aspettativa di vita di 84,4 anni, leggermente inferiore del dato nazionale: 84,6.

 

Mortalità

Il tasso di mortalità nel primo anno di vita, a Cremona nel 2012 è di 2,9 decessi ogni 1.000 nati ed è simile al dato nazionale e di poco superiore a quello regionale. Il tasso di mortalità per incidenti di trasporto, tra 15 e 34 anni, è leggermente inferiore sia al dato regionale che nazionale ed è di 0,7 persone ogni 10.000 abitanti. Più critica la mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni. I decessi per tumore sono più elevati della media lombarda e di quella nazionale: 9,8 persone ogni 10.000 abitanti. Il numero di decessi per demenza senile per over 65 è più elevato rispetto al dato regionale e nazionale: 30 persone ogni 10.000 abitanti. Anche il tasso di mortalità per suicidio, pari a 0,9 persone ogni 10.000 abitanti è più elevato a Cremona rispetto a Lombardia e Italia (0,7).

 

Istruzione e formazione

I giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, oppure le persone tra 18 e 24 anni che hanno la licenza media e non sono inserite in un programma di formazione, sono meno della media nazionale e di quella lombarda. Anche i residenti tra 15 e 64 anni con al massimo la licenza media, sono meno che in Lombardia e in Italia. I ragazzi tra i 14 e i 18 anni iscritti a una scuola secondaria sono il 100,5% dei residenti della stessa fascia d’età, valore di molto superiore al dato regionale (87,2%) e nazionale (94,7%). Inferiore la percentuale di giovani iscritti all'università, pari al 31,2% dei residenti; gli iscritti ai corsi di laurea in discipline tecnico-scientifiche sono l’8,2% dei residenti, contro il 8,8% della Lombardia e il 10,0% dell’Italia. Nelle competenze, i punteggi medi degli studenti di seconda superiore nelle prove INVALSI del 2014 mostrano una competenza numerica superiore sia alla media e una competenza alfabetica superiore a quella nazionale e di poco inferiore a quella regionale. La percentuale di persone in formazione permanente, ovvero che hanno frequentato corsi di istruzione o di formazione nella 4 settimane precedenti l’intervista, nel 2013 sono state il 6,8%, dato leggermente inferiore sia al dato nazionale (7,4%) che regionale (8,3%).

 

Lavoro e tempi di vita

Il tasso di mancata partecipazione al lavoro che rileva gli scoraggiati, quelle persone cioè che vorrebbero lavorare, ma non svolgono attività di ricerca, in provincia di Cremona nel 2014 è pari al 12,6%, un valore poco più basso di quello regionale, ma molto più basso di quello nazionale (meno 10,3 punti percentuali). La differenza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro evidenzia che le donne sono più scoraggiate degli uomini nella ricerca del lavoro, anche se in provincia di Cremona questa differenza è meno marcata di quella rilevata a livello nazionale. Molto confortanti sono i dati relativi all’occupazione e alla disoccupazione. Nel 2014 il tasso di occupazione in provincia di Cremona è pari al 69,3%, dato simile a quello regionale, ma molto più elevato di quello nazionale (più 9,4 punti percentuali). La differenza di genere nel tasso di occupazione, che vede favoriti gli uomini rispetto alle donne, è invece maggiore a Cremona rispetto a Lombardia e Italia.

 

Occupazione giovanile

Anche il tasso di occupazione giovanile, pari al 38,4%, si attesta su livelli più elevati rispetto a quello regionale e nazionale, ma mentre la differenza è minima col valore medio regionale, è molto elevata con quello nazionale (più 10 punti percentuali). Il tasso di disoccupazione è più basso di Lombardia e Italia (7,7%), mentre il tasso di disoccupazione giovanile (21,3%) è poco più alto di quello regionale, ma molto più basso di quello nazionale (meno 10 punti percentuali). Per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro, i dati del territorio cremonese rilevano una situazione peggiore rispetto a quella nazionale o regionale. Il rischio di rimanere vittima di un incidente sul lavoro, anche grave, è superiore a quello del resto d’Italia: 27,2 infortuni sul lavoro ogni 1.000 addetti contro i 24 a livello nazionale.

 

Benessere economico

Il reddito lordo disponibile familiare medio nel 2012 a Cremona si attesta sui 40.514 €, quello medio nazionale sui 40.191 € e quello medio regionale sui 45.808 €. La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti del territorio cremonese è di 22.391 €, in Italia è di 21.103 e in Lombardia di 25.596 €. La ricchezza, ovvero il patrimonio familiare medio, nel 2013 raggiunge un valore molto più elevato di quello nazionale, ma più basso di quello regionale e pari a 411.000 €. L’importo medio annuo delle pensioni (17.223 €) è leggermente superiore al dato nazionale, ma inferiore a quello regionale. È migliore la situazione dei pensionati con pensioni di importo basso, cioè inferiore ai 500 € lordi, che a Cremona sono il 7,7%. La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti, vede sfavorite le donne cremonesi in misura maggiore rispetto alle donne italiane, ma non a quelle lombarde. Invece la differenza tra generazioni nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti è migliore rispetto a quella rilevata in Lombardia e in Italia. Infine, gli indicatori di disagio economico considerati, ovvero i provvedimenti di sfratto emessi e il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari delle famiglie, mostrano per Cremona una situazione peggiore rispetto a quella nazionale e regionale.