L'assessorato all'ambiente del comune di Crema, in collaborazione con l'Itis di Crema e l'azienda agricola Fiore del Moso, ha promosso la realizzazione di un progetto sperimentale per il biomonitoraggio dell'aria utilizzando le api in veste di sentinelle ecologiche. Due le 'stazioni', una extraurbana, con un'arnia posizionata ad Ombriano, in una zona boschiva del Moso ed una in ambito urbano, nei pressi di via Cadorna.
L'affidabilità
Perché le api? Innanzitutto per l'affidabilità: una colonia di api effettua quotidianamente 10 milioni di micro prelievi, quindi la globalità, dato che con la loro attività le api entrano in contatto con vegetali, aria e acqua attorno all'arnia. Da non trascurare la sensibilità, visto che segnalano la presenza di sostanze dannose anche se presenti in basse dosi e soprattutto la rapidità, offrendo risposte tempestive sulla presenza di sostanze nocive per l'ambiente.
I giovani e le centraline
“Iniziativa unica a livello provinciale, esiste qualcosa di simile solo in provincia di Varese – ha spiegato l'assessore all'ambiente Matteo Piloni – consente alla città di dotarsi di uno strumento innovativo per l'analisi dell'ambiente”. Del medesimo avviso Marcello Valdameri, promotore del progetto, “nato dal Tavolo ecologico, con l'obiettivo di ampliare il raggio d'azione e la puntualità delle centraline, che hanno un raggio d'azione piuttosto limitato. Il secondo aspetto riguarda la crescita della sensibilità ambientale tra i giovani, che parteciperanno attivamente alla tutela ed alla ricerca”.
Chimica ambientale
Come spiegato dal dirigente scolastico Angelo Bettinelli l'Itis ha prontamente aderito alla proposta, “non solo perchè consente di collaborare più attivamente col territorio, ma anche perché all'interno della scuola è già attivo un percorso di chimica ambientale”. Studenti ed insegnanti si son detti subito favorevoli, pertanto, hanno aggiunto le docenti Giovanna Benelli e Patrizia Borella, “gli studenti della classe quinta Biotecnologie Ambientali analizzeranno la fase ossidativa di attacco, la fase di essiccazione e procederanno all'analisi allo spettrofotometro in assorbimento atomico”.
I metalli pesanti
In sostanza, “i metalli pesanti – cadmio, cromo, piombo e nichel – differiscono dagli altri contaminanti per il tipo di immissione del territorio e per il loro destino ambientale. Sono emessi in continuazione dalle varie fonti, naturali e antropiche, non subendo degradazioni vengono continuamente rimessi in gioco entrando nei cicli fisico-biologici e quando assunti per via alimentare, vanno incontro a bioaccumulo con serie conseguenze sulla salute”.
Tre chilometri
“Ogni arnia – ha aggiunto Gabriele Nichetti dell'azienda agricola Fiore del Moso, col quale Comune e Itis hanno siglato un Protocollo d'intesa - copre un'area di circa 3 chilometri, con un'elevata concentrazione nel primo chilometro. Le esperienze in altri Comuni hanno dato esito positivo, manca un coordinamento regionale o nazionale, che questo progetto potrà consentire di effettuare”. I risultati della città verranno confrontati con altri due alveari posizionati in area pedemontana. La mortalità degli insetti servirà come campionamento delle polveri sottili ed utilizzato per valutare le modificazioni della qualità dell'ambiente. La soglia critica è rappresentata da 250 api morte a settimana per ogni postazione. Anche le api vive offriranno dati significativi sugli inquinanti presenti nell'aria.