"Aleppo è una città paralizzata". Padre Ibrahim Alsabagh, parroco della comunità latina di san Francesco d’Assisi spiega che “ufficialmente è stato proclamato il ‘cessate il fuoco’, ma in alcuni quartieri occidentali proseguono i colpi di mortaio lanciati dalle milizie antigovernative”. Secondo il Programma alimentare mondiale (Wfp) 6 milioni e mezzo di persone non hanno la certezza del cibo. Per l’Unicef sono più di 13 milioni le persone che subiscono le conseguenze della guerra: gli sfollati interni superano i 6 milioni. I bambini profughi sono 2,6 milioni, mentre gli sfollati rifugiati sono 5,5 milioni. Vivono in aree di difficile accesso 3 milioni di persone e almeno 420 mila in aree assediate.
“Solo distruzione”
“La situazione è triste. Raccogliamo ora tutti i risultati di questi sette anni di guerra. I volti dei bambini, degli anziani, degli uomini e delle donne portano il segno del terrore. Quando ci guardiamo attorno vediamo soltanto distruzione. Aleppo è una città paralizzata sotto tutti i punti di vista. In particolare dal punto di vista economico”.
La cura dei bambini
La comunità cattolica di Aleppo è particolarmente preoccupata per il presente ed il futuro dei bambini, profondamente segnati dal conflitto. Sono in corso iniziative comuni con gli istituti scolastici cattolici e cristiani ortodossi: sostegno e cura per gli adolescenti con disturbi intellettuali e psicologici. Proseguono anche gli sforzi per la pace e la riconciliazione “con tutte le componenti del mosaico siriano, un tempo esempio quasi perfetto di convivenza”.