L’amministrazione comunale di Bagnolo Cremasco, grazie alla collaborazione della dirigente scolastica e degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado Rita Levi Montalcini, ha organizzato per lunedì 24 febbraio un incontro per gli studenti delle classi prima e seconda sull’importante tema del cyberbullismo. Sarà ospite il papà di Carolina Picchio, adolescente morta a 16 anni, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia. La ragazzina, disperata e umiliata da un video postato sui social da cinque bulli (finiti sotto processo), nel 2013 decise di porre fine alla sua vita. Quella notte, tra il 4 e il 5 gennaio, la fragilità di adolescente prende il sopravvento.
La storia di Carolina Picchio
Era novembre e Carolina Picchio, dopo aver mangiato una pizza con amici, si chiude in bagno, sta male, ha bevuto troppo e perde conoscenza. Un gruppo di ragazzi l’accerchia e simula atti sessuali, prendendola di mira con insinuazioni e comportamenti sempre più espliciti. Prima lo scambio in chat tra i presenti, poi il salto sui social network, con una profusione di insulti e commenti denigratori. Un peso insostenibile da sopportare. Un ultimo selfie per salutare un’amica, poi il messaggio d’addio, diventato nel tempo un monito per intere generazioni. “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”. Prima, però, trova la forza di denunciare, di fare i nomi e di raccontare la sua storia in una lettera destinata a cambiare il rapporto tra internet e adolescenti. Un messaggio che consentirà al tribunale dei minorenni di Torino di celebrare il primo processo sul cyberbullismo in Italia che si concluderà con l’accertamento della correlazione tra determinati comportamenti, alcuni dei quali criminali, e i fenomeni propri del bullismo online.
La Fondazione
È questa la storia di Fondazione Carolina, nata nel febbraio 2018 dalla forza di suo padre Paolo, e che parte da un dolore, ma si circonda di gioia. La gioia di condividere, di ascoltare e di comprendere. La gioia di crescere rimanendo sempre “felici di navigare”, lo spirito che dovrebbe distinguere tutti i teenager che si affacciano alla dimensione digitale, affidando alla rete i loro sogni, i sentimenti e le relazioni del viaggio più importante della loro vita: l’adolescenza. La Fondazione raccoglie la sfida di Paolo Picchio, il papà di “Caro”, per aiutare i ragazzi che, sempre più in tenera età, si fanno del male tra loro usando la rete in maniera distorta e inconsapevole. Anni di impegno civile, testimonianza, appelli che hanno visto il papà di Carolina impegnarsi senza sosta. Non solo per rendere giustizia all’amata figlia, ma per dare senso e rispondere a quell’ultimo messaggio della figlia. Dentro la Fondazione Carolina operano i professionisti, le risorse e tutte le realtà che hanno affiancato e sostenuto papà Picchio nei suoi anni di impegno pubblico.
La prima legge sul cyberbullismo
A Carolina è dedicata la prima legge in Europa sul cyberbullismo, approvata all’unanimità il 17 maggio 2017 ed entrata in vigore un anno più tardi. Lunedì 24 febbraio il papà di Carolina incontrerà gli studenti di Bagnolo raccontando loro quanto successo a sua figlia; una testimonianza diretta che potrà permettere agli adolescenti di riflettere sull’utilizzo consapevole della rete e dei social. La giornata con Fondazione Carolina non si concluderà con l’incontro insieme agli studenti: dalle ore 18.30, ci sarà un secondo momento dedicato alla comunità educante e per i genitori degli alunni sarà possibile seguire un incontro da remoto con educatori e formatori della Fondazione Carolina sul tema dei social e della rete.