Canoni di locazione calmierati, efficienza energetica garantita dall’appartenenza degli edifici alla classe A+: queste le caratteristiche che nel 2011, quando venne inaugurato il complesso dell’Housing sociale dei Sabbioni, hanno favorito negli inquilini la scelta di aderire a quella proposta abitativa. Dopo qualche anno si scopre che la realtà è diversa rispetto a quella prospettata e i costi aumentano. Ieri gli inquilini dell’Housing ne hanno parlato alla stampa: il problema è rappresentato dalla crescita esponenziale delle spese condominiali, soprattutto quelle relative al riscaldamento, hanno sottolineato Monica Buscema, Giuseppe Piloni, Muriel Gandelli e Alberto Tiburzi rappresentanti degli inquilini, affiancati da Nereo Scarinzi del Sunia, sindacato nazionale unitario inquilini e assegnatari.
“La situazione è grigia”
Il complesso abitativo è costituito da una novantina gli alloggi, dei quali circa 82 affittati. Monica Buscema ne traccia la storia e si sofferma sui concetti di socialità, proprio dei paesi scandinavi e sull’integrazione della realtà residenziale nel tessuto cittadino cremasco. È mancata da parte della proprietà una gestione consapevole dei bilanci, fanno notare gli inquilini che precisano come più volte è stato chiesto alla proprietà di poter conoscere l’ammontare delle spese, senza però ricevere risposte. “Noi – ha detto Monica Buscema dell’associazione Amici della piazza – continueranno a chiedere tavoli di confronto, ma non bisogna perdere altro tempo, perché la situazione è grigia”.
Spesa per il riscaldamento eccessiva
C’è preoccupazione nelle parole e nei volti degli inquilini dell’Housing sociale, ed il clima della sala che ha ospitato l’incontro era abbastanza caldo, sia per i temi trattati che, ironia della sorte, per la climatizzazione che non funzionava. A testimonianza delle problematiche riscontrate dagli inquilini e segnalate alla proprietà, piccoli e grandi problemi hanno interessato negli anni gli appartamenti, compromettendo quell’efficientamento energetico che ne doveva rappresentare il fiore all’occhiello, e che invece ha prodotto una lievitazione della spesa per il riscaldamento che va a incidere ben più delle 200 euro all’anno come era invece nelle previsioni iniziali. “Noi speriamo in un nuovo inizio, una stagione nella quale gli inquilini possano partecipare attivamente, senza puntare il dito contro nessuno, dal comune, alla proprietà, all’Acli, auspicando tavoli condivisi perché la gente sta cominciando ad abbandonare gli alloggi”, conclude Monica Buscema. Le tappe che hanno portato alla realizzazione del complesso dei Sabbioni, sono state descritte nell’intervento di Nereo Scarinzi (nell'immagine) che ha offerto alcune considerazioni: cosa fare ora? Riportare gli edifici a rispettare la classificazione energetica dichiarata in origine, risarcire gli inquilini per la maggiorazione delle spese, rivedere i canoni di locazione? Spetterà alla politica ed alla proprietà, osserva Scarinzi, affrontare queste questioni.
Amoroso ammette: “Si poteva fare meglio”
A margine della conferenza-assemblea degli inquilini, qualche battuta l’ha rilasciata anche il rappresentante della proprietà, Ivo Amoroso, fund manager del Fondo Immobiliare Lombardia: “Si poteva fare meglio, le spese condominiali per la gestione si sono rivelate molto alte”, ammette Amoroso, il cogeneratore di energia non ha funzionato, ma sia il progettista che l’impresa costruttrice sono falliti. Stiamo cercando di fare dil possibile per rimettere al centro gli inquilini, ma dobbiamo migliorare la comunicazione”.