22-01-2014 ore 18:18 | Cronaca - Milano
di Riccardo Cremonesi

Pioltello, bonifica dell’ex Sisas. Corruzione e traffico illecito di rifiuti, ai domiciliari Claudio Tedesi, vice presidente di Lgh

Al termine dell’inchiesta  'Black Smoke', iniziata nel 2011 ed incentrata sull’ipotesi di illeciti nello smaltimento dei rifiuti nell’area industriale ex Sisas in provincia di Milano, a Pioltello e Rodano, sono state arrestate sei persone, tra le quali Claudio Tedesi, vice presidente di Lgh dal 2013.

 

Pesanti accuse

Pesanti le accuse, dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla corruzione, al traffico illecito di rifiuti. All’epoca dei fatti Tedesi era consulente tecnico del Commissario Straordinario Luigi Pelaggi, attualmente dirigente del Ministero dell’Ambiente.

 

 

Inchiesta Black Smoke

L’operazione Black Smoke eseguita questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano, congiuntamente ai Gruppi di Treviso, Roma e Napoli e con il supporto dei Comandi Provinciali di Milano, Roma e Napoli, giunge a conclusione dell’attività investigativa avviata nel 2011 che ha interessato il sito di bonifica di interesse nazionale di Pioltello e Rodano - polo chimico industriale - ove, nel 2004, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio aveva autorizzato in via provvisoria e con urgenza l’avvio dei lavori relativi al Progetto di Bonifica con lo smaltimento in impianti autorizzati di tutto il nero fumo contenuto nella discarica denominata ex SISAS.

 

La procedura d’infrazione europea

Secondo quanto riferito dai militari, “da quanto emerso, la società Sadi Servizi Industriali spa, aggiudicataria del primo appalto ammontante a 143 milioni di euro, presentava inizialmente agli Enti competenti il Piano Attuativo della bonifica in cui confermava la classificazione dei rifiuti e la presenza del nerofumo. A seguito di procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia per la mancata bonifica del sito, la presidenza del Consiglio dei Ministri nominava quale Commissario Delegato per l’esecuzione di ogni necessaria iniziativa finalizzata alla prosecuzione e al completamento delle attività Luigi Pelaggi, che approntava e redigeva una relazione in cui illustrava lo stato dell’area e delle operazioni di bonifica da far svolgere alla nuova società aggiudicatrice dell’appalto, una volta ritiratasi la Sadi servizi industriali”.

 

La gara ristretta

“L’Ufficio del Commissario Delegato, a conclusione della procedura di gara ristretta accelerata per l’affidamento del servizio di bonifica, aveva aggiudicato l’appalto alla società Daneco Impianti srl, per un importo complessivo di oltre 35 milioni di euro, autorizzando nel contempo l’avvio dei lavori e l’intervento di messa in sicurezza e rimozione del nero fumo”.

 

La declassificazione dei rifiuti

“Le indagini condotte hanno dimostrato come i titolari della Daneco Impianti, Francesco Colucci e Bernardino Bonaventura, corrompendo il Commissario Delegato con la somma di 700.000 euro, ottenevano illegittimamente l’aggiudicazione della bonifica del sito pur non avendo i necessari requisiti e la declassificazione dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi, agevolando lo smaltimento dei materiali in siti di proprietà. Tali condotte venivano finalizzate con il fattivo apporto di Fausto Melli e Luciano Capobianco, responsabili della Stazione Appaltante – SOGESID spa, società partecipata dal Ministero dell’Ambiente, nonché del consulente Claudio Tedesi, che omettevano le opportune verifiche sulla regolarità delle operazioni di smaltimento”.

 

I reati contestati

A conclusione delle attività investigative, i reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti con l’emissione di tre misure cautelari in carcere a carico di Francesco Colucci,  presidente del consiglio di amministrazione della Daneco Impianti srl, Bernardino Filipponi, amministratore della Daneco e Luigi Pelaggi, dirigente del Ministero dell’Ambiente, all’epoca dei fatti commissario delegato per la bonifica del sito”.

 

Ai domiciliari

Agli arresti domiciliari, invece, Fausto Melli, membro del cda della Sogesid spa, all’epoca dei fatti direttore dei lavori e responsabile per la sicurezza del cantiere realizzato nel sito, Luciano Capobianco, membro del cda della Sogesid spa, all’epoca dei fatti direttore operativo del cantiere e Claudio Tedesi, all’epoca dei fatti consulente tecnico del Commissario Straordinario. Sono state denunciate a piede libero altre 38 persone “per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: tra questi, funzionari pubblici e titolari di società operanti nel settore del movimento terra e del ciclo dei rifiuti”.

 

Il coordinamento delle indagini

L’attività d’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, da Piero Basilone, Paola Pirrotta e Paolo Filippini, con l’esecuzione di perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici degli arrestati, nonché l’esibizione documenti presso le sedi ARPA di Brescia e Milano, l’Istituto Superiore di Sanità ed il Ministero dell’Ambiente a Roma.