21-06-2014 ore 18:58 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Trasloco della guardia medica di Pandino, monta la protesta. Spino d'Adda, il sindaco Riccaboni: "un disservizio per 40 mila persone"

E' stato approvato all'unanimità dal consiglio comunale di Spino d'Adda l'ordine del giorno contro il trasferimento del presidio di Guardia Medica di Pandino e del suo accorpamento alla sede di Crema, presso i locali della Croce Verde di via Maccallè.

 

L'alternativa al pronto soccorso

Come si legge nel documento "il servizio di Continuità Assistenziale, offrendo  assistenza medica in orari in cui i medici di famiglia non sono in servizio, è ormai molto radicato sul nostro territorio e viene utilizzato dalla popolazione in alternativa al Pronto Soccorso ospedaliero, riducendo di fatto gli accessi impropri verso questa struttura".

 

Rapido intervento

"La dislocazione a Pandino del servizio aveva lo scopo di garantire la possibilità di un intervento medico in tempi molto rapidi, proprio per la posizione centrale di questo comune rispetto al territorio servito: Dovera, Spino d’Adda, Rivolta d’Adda, Agnadello, Palazzo Pignano e Scannabue,  Vaiano, Monte Cremasco".

 

Accesso al servizio sanitario

"Il territorio che usufruisce dei servizi della Guardia Medica di Pandino è ampio e popoloso, e l'allontanarsi di un servizio importante di prima assistenza peggiorerebbe l'accesso di decine di migliaia di utenti al servizio sanitario. Efficienza ed efficacia sono bussole per ogni amministratore pubblico, ma ci permettiamo di avere dubbi sull’ipotesi che 'il trasferimento in oggetto non provocherà alcun disservizio'".

 

Scelte non condivise

"Ancora una volta, queste scelte di politica sanitaria vengono assunte dagli organi competenti senza alcuna condivisione con gli organismi amministrativi territoriali, ma fornendo solo scarne informazioni fino alla messa in atto definitiva del progetto e non tenendo conto del disagio che queste scelte potranno creare agli utenti del territorio".

 

Disservizi e disagi

"Per noi – commenta il sindaco Paolo Riccaboni - l'altissimo numero di firme raccolte in poco tempo indica che la scomparsa del servizio di continuità assistenziale è un disservizio e crea disagio all'utenza che, dati alla mano, proviene principalmente da Spino d'Adda e da Pandino".

 

La ricerca del problema

"Abbiamo cercato di capire quale fosse esattamente il problema: è la sede? L'appronteremo diversa, per quanto mi risulti che già i colleghi Calvi e Polig ne abbiano proposte altre. Quindi – aggiunge Riccaboni - a riscontro dei fatti la sede è un non problema. Ci si dica se il servizio tornerà: se è no, o se è sì e a quali condizioni. Io, per mia parte, non posso sottrarmi al mio dovere di rappresentante dei miei cittadini e del mio consiglio comunale".

 

Serviti quasi 40 mila abitanti

"Non accetto sia creato un disservizio e quindi mi impegnerò affinché il servizio di continuità assistenziale torni con un presidio sul territorio. Ho fatto presente che l'area servita in precedenza era di circa 40 mila abitanti: più di quanti ne abbia Crema. Nel mentre proseguo nella raccolta firme a sostegno del ritorno del servizio di continuità assistenziale" conclude il sindaco.

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