Attraverso il Fondo Chiesaconvoi, san Giuseppe lavoratore, costituito per espressa volontà del vescovo Daniele Gianotti lo scorso primo maggio, la diocesi di Crema sta fornendo un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà. La dotazione iniziale è stata di 50 mila euro: 10 mila euro dal vescovo, 20 mila dalla Bcc Caravaggio e Cremasco e 10 mila da Banca Cremasca e Mantovana. Poco dopo si sono aggiunte donazioni di privati e sacerdoti cremaschi per 151.420 euro e un contributo di 40 mila dall’Associazione Uniti per la Provincia di Cremona, per un totale di 281.420 euro.
Nuovi bisogni
Come spiega Claudio Dagheti, direttore della Caritas diocesana, “è stato accolto quasi il settanta per cento delle domande. Delle 276 autocertificazioni ricevute (131 residenti in città e 145 nei paesi) ne abbiamo approvate 163, per un totale di 527 persone aiutate, di cui 197 minori e 27 disabili, con erogazione di aiuti per 159.721 euro. Poco meno della metà delle richieste accolte riguarda persone finora sconosciute né dalla Caritas né dai Servizi sociali dei Comuni; pertanto situazioni di difficoltà createsi con l’emergenza sanitaria, che sta generando un numero crescente di poveri”.
All’inizio del mese
“Un dato che va emergendo – aggiunge Dagheti - è che a rivolgersi al Fondo sono anche persone con impieghi professionali, o nei settori della ristorazione, dei centri estetici, tatuatori, educatrici degli asili nido, dipendenti di cooperative legate alle imprese della cosmesi e lavoratori interinali. Il picco delle nuove domande coincide con l’avvio del mese: segno che si tratta in gran parte di persone a cui è venuto a scadere il contratto a tempo determinato, con spese per acquisti di beni primari: affitto, bollette che si vanno accumulando”. Non mancano casi di persone che potranno godere della cassa integrazione solo a partire da settembre.