“Ad Aleppo, a distanza di giorni dal grande disastro che ha subito, la situazione rimane volatile”. Cosi padre Bahjat racconta il dramma che la popolazione del nord della Siria sta vivendo in seguito al sisma del 6 febbraio scorso. “Un gran numero di famiglie sono ancora sfollate in attesa di ritornare nelle proprie case, anche se hanno paura che ritorni il terremoto o che le loro case possano crollare. È vero che la paura è stato il fantasma che ci ha accompagnato durante la prima settimana, ma ora l’ansia sta prendendo il sopravvento”.
Clima di paura e ansia
“Genitori senza più nulla si chiedono cosa attende loro e i loro bambini, vivendo senza alcuna assicurazione su cosa il futuro riserverà. La gente di Aleppo ha sofferto la fame, la povertà e l'instabilità economica negli ultimi 12 anni a causa della guerra. Adesso il terremoto ha colpito inaspettatamente rubando loro l’unico posto che li faceva sentire sicuri: la loro casa. Molte case sono state distrutte, e la maggioranza ha avuto danni importanti. È diventato quasi impossibile per la gente di Aleppo vivere una vita senza paura o ansia”.
Il sostegno della Chiesa
“La Chiesa sta continuando il lavoro di accoglienza dei rifugiati in Centri dedicati, dove vengono loro offerte stanze private e quindi un po’ di privacy. A loro vengono offerti pasti quotidiani e alloggi riscaldati. Stiamo facendo ulteriori sforzi per organizzare con professionisti in ingegneria visite alle case e valutarne le condizioni di agibilità. Nel caso in cui siano necessarie solo minime riparazioni, i nostri volontari sono pronti per aiutare a riparare i danni in modo che le famiglie rifugiate possano tornare nelle proprie case. In ogni caso per le case che necessitano riparazioni importanti assicureremo l’alloggio alle famiglie fino a quando la loro casa sarà nuovamente abitabile. La situazione qui è tragica, è veramente una catastrofe. L’impegno per guarire i cuori, aggiustare le case e consolare le menti richiede forza, supporto perseveranza, speranza e non c’è dubbio che Dio ce lo garantirà. Il vostro sostegno, mano nella mano, durante questo tempo difficile è la prova più grande dell’amore e cura di Dio”. Ricordiamo che se qualcuno vuole aiutare può rifersi a don Emilio Lingiardi, presso la Cattedrale di Crema, tutte le mattine dalle ore 9 alle 12.