18-06-2020 ore 20:38 | Cronaca - Crema
di Gloria Giavaldi

Esercito italiano. Dal terzo reparto sanità Milano un grande dono per l’Anffas di Crema

La foto con i militari schierati ad accoglierla prima della partenza è il sigillo di un’amicizia nata in un momento di estrema difficoltà. Daniela Martinenghi, presidente di Anffas Onlus Crema, ripercorre nel dettaglio la storia del legame sorto con gli uomini del terzo reparto di sanità Milano. “Hanno letteralmente fatto a pezzi l’idea che avevo dell’Esercito ed hanno dato prova di grande solidarietà umana, non solo offrendo servizio alla nostra terra colpita, ma anche effettuando una cospicua donazione alla nostra associazione”. Il contributo pervenuto nei giorni scorsi verrà utilizzato per “completare l’allestimento del tendone che ospiterà il centro estivo per bambini e ragazzi con disabilità, mettendo così a disposizione altri 800 metri quadrati in esterno per la ripresa delle nostre attività, nel pieno rispetto delle linee guida ministeriali”.

 

Stato e terzo settore

La notizia è fresca, almeno quanto l’emozione che fatica a controllare. I suoi occhi brillano. Nella stanza temporaneamente adibita ad ufficio si sente vivo il desiderio di dire grazie, per l’ennesima volta, ad un gruppo di soldati che ha rinnovato l’impegno di servizio cucendo rapporti preziosi. Un po’ come le pezze che donano nuova vita a vecchi abiti e poi formano un tutt’uno. “Non mi aspettavo tutta questa riconoscenza nei riguardi di Crema, né nei riguardi della nostra realtà. Sono felice di questa collaborazione tra Stato e Terzo settore a favore della fragilità. È qualcosa di unico”.

 

Unità di intenti

Impegnata nella sede locale di Anffas da 25 anni, Daniela coordina uno staff che quotidianamente si dedica alla diversità senza risparmiarsi. Ed è stato proprio questo lo spirito che l’ha unita fortemente ai militari. “Si sono dedicati a Crema in una situazione di difficoltà, nello stesso momento in cui noi, come associazione, cercavamo di stare vicino a famiglie che vivono tutti i giorni la fragilità”. L’amicizia tra Anffas e i militari racconta la storia di un impegno comune, che non conosce resa. “Ho raccontato loro il nostro sforzo quotidiano per garantire a tutti condizioni di vita dignitose. Il nostro, come il loro, è un settore che lavora in silenzio, lontano dai riflettori, ma non si arrende mai. Ho respirato una condivisione d’intenti, saperli vicini mi ha donato forza in un momento complicato”.

 

Uova blu

Ripercorre in breve gli ostacoli superati durante la pandemia. Dalla riorganizzazione alla proposta di attività smart, passando per la preoccupazione legata agli ospiti di Casa Anffas. Fino al sorriso strappato a quanti si stavano spendendo in ambito sanitario per salvare vite. “Nel pieno della pandemia abbiamo donato 600 uova blu ai sanitari cremaschi e cubani, al personale della Croce Rossa e Verde, della Protezione Civile e ai militari”. Da lì è partito tutto. Ed ha l’aria di essere un legame destinato a non tramontare. Soprattutto ora che il cielo è più nitido e la felicità è viva. Finalmente.

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