Dedicato a chi non è più con noi e a coloro che quotidianamente, oggi come ieri, si dedicano alla cura delle persone. Oggi, martedì 18 marzo, Crema ha celebrato la giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid19. Dinnanzi al monumento dedicato ai “sanitari eroi”, di fronte all’ingresso dell’ospedale Maggiore, il personale sanitario e sociosanitario, le associazioni del terzo settore e le autorità civili e militari, si sono riunite per un momento di commemorazione. Presenti alla celebrazione il sindaco Fabio Bergamaschi, il direttore generale dell’Asst Alessandro Cominelli e il vicario don Attilio Premoli. Tutti uniti, per tramandare la memoria e ricordare insieme ciò che è stato fatto.
La riscoperta dell’unione
Le note di Amazing grace, eseguite al violino dal maestro Pier Cristiano Basso Ricci, hanno aperto la cerimonia commemorativa. Il primo ad aver preso parola è stato il direttore generale Cominelli, nel suo discorso ha voluto ricordare in modo intimo quanto successo anni fa: “Abbiamo vissuto due macro fasi, quella del dolore e quella del riscoprire la capacità di lavorare insieme per uscire dalle difficoltà. Come tanto di voi, ho avuto in famiglia questa bruttissima esperienza. Come molti di voi, ho perso amici e parenti. Ricordo il silenzio assordante delle bare uscire dall’ospedale. Da un punto di vista professionale, al tempo, ero anche direttore amministrativo dell’Ats Val Padana: dovevo rispettare un ruolo, meno tangibile ma ugualmente importante. In quei tempi bui però ho anche visto una grande capacità di rilancio. Per me il Covid è stato questo ma è stato anche molto altro”.
Periodo drammatico per la comunità
Il primo cittadino ha definito la pandemia come un “periodo drammatico per la nostra comunità. Le persone hanno fatto la differenza: ognuno ha tirato fuori il proprio meglio. Ritrovarci oggi, con tutta la rappresentanza delle istituzioni e con la presenza di medici e operatori sanitari è importante. Sono passati cinque anni da quel marzo che ha segnato profondamente il mondo intero, il nostro pensiero va a chi ha perso un genitore, un fratello, un amico, a loro ci stringiamo. Non possiamo poi dimenticare chi ci ha aiutato a servire la comunità, un esempio alto di altruismo e umanità. Oggi rinnovo l’invito a non dimenticare. Dedichiamo un pensiero a tutte le vittime e per chi ancora oggi porta le cicatrici della pandemia, la nostra comunità non dimentica”.
L’invito alla preghiera
Il vicario don Attilio Premoli ha voluto trasmettere una breve riflessione condivisa dai vescovi lombardi: “Troppo profonde sono le ferite e troppo diffuse sono le lacrime che il Covid19 ha lasciato nelle nostre terre. A distanza di cinque anni dalla fase più acuta della pandemia, che investì in particolare la nostra regione, continuiamo a pregare per i morti e per le persone ferite dalla morte. Invitiamo tutta la cittadinanza a pregare, perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza. Per sollecitare la memoria e ricordare le vittime, abbiamo chiesto che oggi alle ore 12, in tutte le chiese della regione, venissero suonate le campane a lutto. La nostra riconoscenza va a tutti coloro che si sono prodigati con tutte le forze per il bene delle nostre città”.
Testimonianze di umanità
Dopo un minuto di silenzio in memoria di chi non c’è più, la commemorazione è proseguita con le testimonianze di chi ha combattuto in prima linea. “La pandemia ha messo a dura prova il nostro sistema sanitario”, ha dichiarato Giovanni Viganò, direttore di medicina generale: “oggi ricordiamo le vittime e rendiamo omaggio a tutti coloro che hanno dato il massimo per tenere in piedi il sistema di cura. Ricordiamo Giovanni Baldi, oss del pronto soccorso che non ce l’ha fatta. Durante il Covid ho gestito in prima linea il pronto soccorso e ho assunto il coordinamento dell’ospedale da campo allestito: per me è stato fondamentale mantenere il rapporto umano in quel periodo. Sono fiero di far parte dell’Asst di Crema, che ieri come oggi si impegna e sta al fianco della comunità”. Anche la coordinatrice di pneumologia, Maria Rosa Tacca, ha condiviso il suo personale vissuto: “Siamo stati sopraffatti da emozioni che hanno segnato profondamente le nostre vite. Abbiamo vissuto storie drammatiche, persone che non sono riuscite a sopravvivere e poi ancora altre storie cariche di fatica e sofferenza che si sono trasformate in vittorie e lieti fine. Attimi di pura umanità hanno convolto tutti. Storie di vita diverse, ma sempre la stessa lotta e le stesse speranze. In questo vortice di continui cambiamenti si è mossa un organizzazione che ha coinvolto tutti. Grazie a tutti, nessuno escluso”.