Complessivamente sono 278 le domande accolte dal Fondo san Giuseppe lavoratore, istituito dalla Diocesi di Crema insieme ad alcuni partner per “fornire un sostegno concreto alle persone e alle famiglie del territorio in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid”. Meno della metà sono della città di Crema, le altre del territorio diocesano, tra cui Bagnolo Cremasco con 26, Vaiano 13, Chieve, Ripalta Nuova e Trescore 9, Monte e Madignano 8. “Questi numeri – commenta Claudio Dagheti, direttore della Caritas – evidenziano che è necessario instaurare un rapporto di reciprocità con le amministrazioni locali, in particolare con i Servizi sociali, per rendere ancora più efficace l’aiuto che si sta dando alle persone; anche a fronte del fatto che i Comuni stanno mettendo in campo molti fondi statali per sostenere le famiglie.”
Intercettare le difficoltà
Delle 278 domande valutate, 84 non sono state approvate, pari a circa il 30,22%; e delle 194 accolte, 75 (38,66%) sono nuclei totalmente sconosciuti alle reti di Caritas e dei Servizi sociali. “La finalità del Fondo San Giuseppe Lavoratore è di integrare gli interventi delle istituzioni, intercettando situazioni di difficoltà create dall’emergenza sanitaria, che sta generando un numero crescente di poveri finora non conosciuti né dalla Caritas né dagli enti comunali”. A oggi il Fondo ha raccolto 293.151 euro: 194.660 stanziati e 169.593 già erogati. Circa due terzi della dotazione è stata donata da singole persone, parrocchie, sacerdoti e vescovo.
Utenze, affitti, buoni spesa
La Diocesi di Crema ha messo a disposizione 50 mila euro, ai quali si sono aggiunti 20 mila dalla Bcc Caravaggio e Cremasco, 10 mila da Banca Cremasca e Mantovana e 40 mila dall’Associazione Uniti per la provincia di Cremona: “somme interamente devolute per il pagamento di utenze, affitti e buoni spesa in favore dei nuclei ritenuti bisognosi”. La prossima settimana la commissione inizierà a valutare le richieste di proroga del sostegno per un massimo di tre mesi. Le persone bisognose di aiuto residenti nel territorio diocesano possono inoltrare richiesta compilando l’autocertificazione pubblicata sui siti della diocesi e della Caritas. Le persone saranno contattate successivamente da un operatore per un colloquio telefonico preliminare e raccogliere la documentazione necessaria.