La campagna vaccinale sta procedendo a pieno ritmo, il Covid sta allentando la sua morsa. È di poche ore fa la notizia che a Cremona, oggi, lunedì 17 maggio, non ci sono stati decessi per il virus. Una boccata d’ossigeno dopo tanti, troppi mesi di cattive notizie. Per non dimenticare quanto hanno fatto le amministrazioni durante le fasi più acute, e non solo, di Covid, proseguiamo la nostra inchiesta sull’anno di pandemia che ha interessato tutti i comuni del territorio. È la volta di Casale Cremasco, guidato dal sindaco Antonio Grassi. “Il virus - dichiara il primo cittadino - ha messo a dura prova l’amministrazione comunale. Nonostante questo abbiamo reagito e continuiamo a reagire con la consapevolezza che si deve affrontare il problema con razionalità, attenti a trasmette ai cittadini le indicazioni degli organismi competenti e sollecitare il loro senso di responsabilità. Ad eccezione di qualche caso isolato, che è fisiologico, la risposta delle persone è stata pari alle attese e questo conferma che il senso civico dei cittadini di abitanti di Casale Vidolasco è notevole”.
In un anno 120 contagi
“Per quanto riguarda i numeri dei contagi e dei morti per il Covid-19, relativamente al numero degli abitanti, il nostro comune si colloca nella fascia medio bassa, anche se le vittime pesano e provocano dolore indipendentemente dal numero. Il punto più dolente è quello dei morti, anche se complessivamente l’anno scorso con 16 decessi dei quali un quarto per Covid siamo rimasti di poco sopra la media del comune. Più pesante la situazione quest’anno che vede 12 morti nei primi quattro mesi e mezzo e con quelli di Covid che incidono per circa un terzo. Come si vede anche il nostro comune ha pagato il suo tributo al maledetto virus. Dall’inizio della pandemia ad oggi abbiamo avuto circa 120 contagiati. Per numero di abitanti siamo nella media, ma questo non riduce il dolore e il rammarico per quanto è successo. Non bisogna abbassare la guardia. Si potrà essere soddisfatti solo quando non ci saranno più morti e contagiati”.
‘Medicina legata al territorio’
“L’amministrazione ha dimostrato di essere una squadra e non intendo solo quella composta dai consiglieri, ma anche a quella allargata a tutti i dipendenti comunali. Da questa terribile esperienza abbiamo appreso che per affrontare al meglio un’emergenza non bastano i soldi, che pure sono indispensabili, ma servono anche un coordinamento di tutte le istituzioni coinvolte e una medicina più legata al territorio. Per questo abbiamo deciso di intraprendere il cammino per realizzare la Casa della salute, che non risolve i problemi emersi, ma permetterà al comune di essere preparato se, come fonti autorevoli sostengono, si andrà verso un modello di sanità meno focalizzato sull’ospedale e più attento alla presenza, appunto, sul territorio. Un elogio speciale lo merita Antonio Rovida, l’assessore ai servizi sociali, presente tutti i giorni in comune, disponibile ad intervenire in prima persona in caso di necessità. Ha chiesto uno sforzo all’amministrazione e così la spesa messa a disposizione è lievitata in maniera consistente”.
Ai servizi sociali 120 mila euro
“Tra servizi a gestione centralizzata e quelli erogati direttamente dal comune - spiega lo stesso Rovida - superiamo i 120 mila euro di spesa senza contare i 38 mila euro investiti per l’acquisto per i servizi sociali del mezzo abilitato a trasportare anche le persone con disabilità e che sarà utilizzato sia dal comune, sia dall’Auser. Le difficoltà dei piccoli comuni sono legate soprattutto alla mancanza di personale e alla burocrazia e alle dimensioni ridotte che non permettono di avere voce in capitolo e spesso sono costretti a condividere decisioni imposte e che non condividono. Sarebbe auspicabile una maggiore coesione e solidarietà tra i pesi leggeri, che sono la maggioranza del territorio. È l’unica via per raggiungere l’obiettivo di contare di più e di contrastare l’egemonia dei pochi grandi comuni che impongono la linea a tutti gli altri”.