16-05-2015 ore 20:14 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Lo stesso amore, gli stessi diritti: il flash mob dell’Arcigay in piazza Duomo. Domani la giornata contro l’omofobia

“Lo stesso amore, gli stessi diritti”: questo il messaggio che stasera l’Arcigay, assieme ad una trentina di simpatizzanti, ha portato in piazza Duomo. Messaggio simboleggiato da un cuore rosso con al centro il simbolo dell’uguaglianza, per combattere l’omofobia e le discriminazioni, trasmesso tramite un flash mob intitolato Piazzate d’amore. È il preludio alle manifestazioni che domani riempiranno molto piazze d’Italia in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia. Schietto lo slogan della campagna:  “alcuni ragazzi sposano ragazzi, alcune ragazze sposano ragazze: fattene una ragione”, a suggere come la difesa dei diritti degli omosessuali passi anzitutto dal riconoscimento e dall’accettazione.

 

Uguali agli alti cittadini

“Il miglior modo per combattere l’omotransfobia – spiega Gabriele Piazzoni, presidente Arcigay Cremona – crediamo sia rendere chiaro a tutti che i gay e le lesbiche sono uguali a tutti gli altri cittadini e come loro devono poter godere degli stesi diritti. Purtroppo, rispetto a questo tema, l’Italia rimane sempre più isolata in Europa: siamo fra i pochissimi stati che non prevedono né le unioni civili né forma una forma alternativa ed equivalente al matrimonio eterosessuale. Questo è un aspetto abbastanza ridicolo e rischioso, perché finché lo Stato accetta la discriminazione e non fa nulla per debellarla anche il cittadino medio si sente legittimato a discriminare a sua volta”.  

 

Agire sui piccoli Comuni

A ciò si aggiunge la campagna 100 Comuni contro l’omofobia, che tende a diffondere le buone pratiche per contrastare la discriminazione anche nei piccoli paesi. “Le 3 città della provincia (Crema, Cremona e Casalmaggiore) avevano già aderito prima del 2010 anche su stimolo dell’Arcigay. Sinora ci siamo concentrati nei grandi centri ma diventa molto importante che anche piccoli Comuni affrontino questi temi. Gay e lesbiche abitano anche nei piccoli centri, dov’è più facile sentirsi emarginati, in virtù della prossimità tra cittadini. Inoltre, in provincia di Cremona i piccoli paesi sono la quota maggiore; siamo convinti – conclude Piazzoni – che adottare misure che prevengano l’insorgere dell’omofobia vada a beneficio non solo degli omosessuali ma di tutto il territorio”.

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