"Questa esperienza coinvolge milioni di persone e ci obbliga non solo a gestire l’emergenza adesso, qui, ora, ma per quanto possibile, ci obbliga al confronto e all’apprendimento. Ad imparare come possiamo migliorare la nostra rete di servizi, i nostri meccanismi di coordinamento e di reazione ad eventi che non sono controllabili dall’uomo ma che siamo chiamati a gestire”. A parlare è Massimo Papetti, presidente della Fondazione casa di riposo ospedale dei poveri di Pandino, alla luce di quanto sta accadendo a causa dell’emergenza Covid-19 e alla possibilità, ventilata da Regione Lombardia, di trasferire pazienti presso le Rsa.
“Assistenza alla fragilità”
“Possiamo e dobbiamo migliorare la capacità organizzativa e gestionale delle strutture deputate al coordinamento e controllo, andando a discernere quello che è imputabile alle persone e quello che è dovuto alla struttura organizzativa. Deve insegnare prenderci cura delle persone più fragili senza che l’intero sistema collassi. Questa “guerra” verrà vinta solo con la calma, l’intelligenza, la conoscenza e la metodicità delle iniziative. Questa esperienza dovrà cambiare le nostre abitudini ed i nostri sistemi di lavoro”
Subito chiusa la struttura agli esterni
La casa di Riposo di Pandino al momento non presenta ospiti affetti da Coronavirus: “I nostri ricoverati sono fragili e noi adottiamo tutte le misure precauzionali possibili. Se un paziente presenta anche solo poche linee di febbre, viene immediatamente messo in isolamento. In merito alla struttura siamo stati i primi a chiuderla agli esterni in totale accordo con la direzione sanitaria per la massima tutela dei nostri ospiti. I degenti non sono comunque soli. Stiamo predisponendo tutte le tecnologie per permettere loro di mettersi in contatto con i famigliari, attraverso anche video chiamate”.
“Case di Riposo dimenticate”
“Come tutte le strutture siamo in difficoltà nel recuperare le mascherine, nonostante il coordinamento dell’Arsac (l’Associazione delle case di riposo del Cremonese). I fornitori abituali ne sono sprovvisti. Sembra di essere di fronte al mercato nero degli alimentari durante la guerra e le richieste di utilizzare mascherine a standard non europeo alle competenti autorità cadono nel vuoto. Ci sono componenti della società o enti ed organizzazioni che si comportano come se nulla stia accadendo. Il nostro personale non svolge un lavoro ma una missione ed è encomiabile e mi sento con profonda umiltà di ringraziarlo per l’opera quotidiana che ha sempre svolto e che in queste condizioni svolge con passione e costanza. Anche le strutture che ospitano gli anziani meritano rispetto ed attenzione da parte delle competenti autorità. In questo momento storico sono state un po’ dimenticate”.
Il progetto di ristrutturazione
Attualmente alla Fondazione Ospedale dei Poveri di Pandino è attivo un progetto di riqualificazione. L’intento è di ristrutturare un edificio in paese dove inserire ambulatori e centro prelievi. La camera mortuaria sorgerebbe vicino alla struttura operativa. Nel vecchio edificio, riqualificato, sarebbero destinati gli uffici amministrativi della Fondazione, così da lasciare più spazio nell’ala che ospita i degenti.