Da giorni il Cremasco è alle prese con un'invasione di tafani, al punto che il consigliere di minoranza Antonio Agazzi ha predisposto un'interpellanza per cercare di comprendere come si sia comportata l'amministrazione per evitarne la proliferazione: “la disinfestazione – si legge nel documento del consigliere di minoranza - avrebbe dovuto essere effettuata a fine maggio, prima della schiusa delle uova; così non è stato, quindi ora la situazione non è recuperabile”.
Lo spiacevole incontro
A onor del vero, prima dell'interpellanza si è interessato alla vicenda l'assessore Matteo Piloni, che sul portale del Comune di Crema ha fatto pubblicare un trafiletto dedicato al tafano, “spiacevole incontro nelle giornate d’estate. Grossa mosca, di colore grigio-brunastro, molto attiva nelle giornate calde, soleggiate e non ventose, la sua puntura provoca un vistoso gonfiore ed arrossamento della parte, accompagnati da leggero dolore e prurito. Il tafano è noto per tormentare principalmente gli equini e i bovini: vivendo a diretto contatto con gli escrementi di questi ultimi”.
Il comune antisettico
“Il tafano – prosegue la nota comunale - punge quasi sempre sulle parti scoperte: collo, avambracci, gambe. La lesione cutanea forma una piccola pustola. È quindi importante lavare accuratamente la parte colpita con acqua e sapone, disinfettandola con un comune antisettico. Per alleviare la sintomatologia, è in genere sufficiente applicare del ghiaccio. Come per le punture di vespa e calabrone, è sempre meglio consultare un medico, che prescriverà una crema antibiotica o un’associazione antibiotico-cortisonica”.
Caldo e umido
“Le cause dell'assillante aggressione – sostiene Piloni - possono essere diverse; di certo le condizioni climatiche, il troppo caldo e umido insieme di questi giorni ha amplificato il problema. I tafani, grazie al loro volo silenzioso, si posano addosso senza che ci si possa accorgere della loro presenza e pungono immediatamente. Sono le femmine, che si nutrono del sangue, a pungere mentre i maschi si nutrono di linfa e succhi vegetali di fiori e non pungono”.
La canonica disinfestazione
Il Comune fa sapere che la disinfestazione canonica è inefficace perché i tafani non entrano in contatto con le sostanze abbastanza a lungo per subirne gli effetti, viste le loro diverse dimensioni, ad esempio, dalle zanzare. Un forte uso di trattamenti chimici sarebbe di contro nocivo sia per l’uomo che per l’ambiente.
Problema interprovinciale
“Non c’è dubbio che le alte temperature di queste settimane – spiega l’assessore all’ambiente Matteo Piloni – abbiano costituito un’occasione favorevole al proliferare di questi insetti. Abbiamo contattato prontamente ditte specializzate in disinfestazioni e tutte ci hanno confermato che il contrasto chimico a questo tipo di insetto non è consigliato. Negli allevamenti, ad esempio, vengono spruzzati sugli animali prodotti tafanoidi per contenere il problema delle punture, ma non esistono metodi che consentano la disinfestazione ambientale sull’intero territorio comunale. È nostra piena intenzione – conclude l’assessore - tenere comunque monitorata la situazione, che sta interessando non solo il nostro intero territorio ma anche altre province”.