14-10-2024 ore 14:38 | Cronaca - Dal cremasco
di Denise Nosotti

'Associazioni, anziani e giovani'. È iniziato il ministero pastorale di don Arsène a Scannabue

L’unità pastorale Betania, che comprende le parrocchie di Palazzo Pignano, Scannabue, Monte e Vaiano Cremasco ha accolto, domenica 13 ottobre, il nuovo curato di Scannabue don Arséne Mpolé sacerdote originario del Congo proveniente dalla diocesi di Vigevano. Il sacerdote ha varcato l’ingresso della chiesa scannabuese accompagnato dal vicario generale don Attilio Premoli, dal parroco don Achille Viviani, dal curato di Monte don Andrea Berselli e dalla giunta di Palazzo Pignano col sindaco Giuseppe Dossena e l’assessore alla cultura Annalisa Crea.

 

‘Comunità operosa’

Dopo i riti canonici di ingresso, il sindaco Dossena ha preso la parola per un saluto a nome della comunità. “Il cambio di pastore in una comunità rappresenta un nuovo inizio, una stimolante ripartenza che porta fiducia e speranza per il futuro della comunità stessa. Scannabue è una comunità operosa, composta anche da tantissime persone, che, vera ricchezza del nostro paese, in forma individuale o come componenti delle associazioni, si prodigano per gli altri. Avrete occasione di conoscerle, scoprirle, di incontrarle e di ricorrere a loro: alla chiamata dettata dalle esigenze accorrono e rispondono sempre con una presenza disinteressata”. Il sindaco ha confermato piena disponibilità alla collaborazione nel condividere l’obbiettivo primario al centro dei rispettivi nostri impegni: il servizio alla persona, per cercare di offrire una valida risposta ai suoi bisogni e alle sue necessità.

 

‘Giovani, stranieri e anziani’

“Sebbene ancora forti sono i legami famigliari e la famiglia rivesta ancora un ruolo primario nelle nostre comunità, è altrettanto innegabile che anche da noi l’individualismo avanzi sempre più, erodendo giorno dopo giorno quelle relazioni che hanno sino ad ora reso forti le nostre comunità. Il mio pensiero va in modo particolare ai giovani, che se apparentemente sono connessi con il mondo intero, di fatto sono sempre più soli, racchiusi spesso tra le mura della propria camera, incapaci di relazionarsi tra loro se non con gli asettici messaggi dei social. Vi è poi nelle nostre comunità un secondo aspetto che rispecchia la società dei nostri giorni: la presenza importante di cittadini di origine straniera. Queste persone si sono direi quasi totalmente integrate nel mondo del lavoro ma sono invece rimaste in gran parte emarginate dal contesto sociale comunitario. Anche su questo fronte credo si possa e si debba fare molto lavorando insieme. Un ultimo pensiero per gli anziani. In una società dominata dalla fretta e dalla distrazione, con loro riscopriamo il valore del tempo e della calma”.

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