13-07-2016 ore 18:53 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema, una sosta molto (poco) gentile. Code ai parchimetri, utenti imbufaliti

“Gli insulti non si contano più” sbotta un ausiliario del traffico piazzato accanto ad uno dei nuovi parchimetri del centro, mentre la fila si allunga e sotto il sole a picco si perde la pazienza in un baleno. Gli epiteti rivolti agli “operatori della sosta” o più spesso al sindaco, al Comune o ai politici in generale, sono irriferibili ma evidenziano – se non proprio nobili ascendenze – quantomeno un crescente malumore.

 

Persone in difficoltà

Con i recenti cambiamenti introdotti dalla Gestopark – affidataria per i prossimi 5 anni del servizio di sosta a pagamento in città - la gente è spaesata e confusa: prima era abituata a selezionare T1 o T2 in base alla prossimità a piazza Duomo, quindi inseriva le monete o al massimo opzionava il giornaliero, pur sempre sacramentando a profusione per il costo del parcheggio, giudicato eccessivo.

 

L’inserimento della targa

Ora per avere il tagliando è necessario inserire la targa e la stragrande maggioranza delle persone non è informata e soprattutto sono davvero in pochi quelli che si ricordano la propria targa. Per evitare di incorrere in sanzioni, che scattano alla verifica del tagliando da parte di vigili e ausiliari, molti sono costretti a tornare a controllare, mentre lentamente cresce il numero di quelli che si portano dietro un bigliettino o controllano sul telefonino la foto che le hanno scattato.

 

Una sosta (poco) gentile

In molti si lamentano presso gli esercizi commerciali o con il personale addetto, ricordando che il Comune aveva promesso l’introduzione della sosta gentile, con i primi 10 minuti gratuiti per consentire veloci commissioni. Ora la tariffa minima, nella zona centrale, è passata da 20 a 30 minuti e soprattutto da 50 a 80 centesimi. Non sono pochi quelli che “piuttosto di regalarglieli per stare solo 10 minuti vado a fare la spesa da un’altra parte”. Si sa, i cambiamenti epocali spesso fanno fatica ad ingranare, ma al momento la rivoluzione è poco smart e molto lessicale: come detto, “gli insulti non si contano più”. Urgono rimedi.

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