“Gli insulti non si contano più” sbotta un ausiliario del traffico piazzato accanto ad uno dei nuovi parchimetri del centro, mentre la fila si allunga e sotto il sole a picco si perde la pazienza in un baleno. Gli epiteti rivolti agli “operatori della sosta” o più spesso al sindaco, al Comune o ai politici in generale, sono irriferibili ma evidenziano – se non proprio nobili ascendenze – quantomeno un crescente malumore.
Persone in difficoltà
Con i recenti cambiamenti introdotti dalla Gestopark – affidataria per i prossimi 5 anni del servizio di sosta a pagamento in città - la gente è spaesata e confusa: prima era abituata a selezionare T1 o T2 in base alla prossimità a piazza Duomo, quindi inseriva le monete o al massimo opzionava il giornaliero, pur sempre sacramentando a profusione per il costo del parcheggio, giudicato eccessivo.
L’inserimento della targa
Ora per avere il tagliando è necessario inserire la targa e la stragrande maggioranza delle persone non è informata e soprattutto sono davvero in pochi quelli che si ricordano la propria targa. Per evitare di incorrere in sanzioni, che scattano alla verifica del tagliando da parte di vigili e ausiliari, molti sono costretti a tornare a controllare, mentre lentamente cresce il numero di quelli che si portano dietro un bigliettino o controllano sul telefonino la foto che le hanno scattato.
Una sosta (poco) gentile
In molti si lamentano presso gli esercizi commerciali o con il personale addetto, ricordando che il Comune aveva promesso l’introduzione della sosta gentile, con i primi 10 minuti gratuiti per consentire veloci commissioni. Ora la tariffa minima, nella zona centrale, è passata da 20 a 30 minuti e soprattutto da 50 a 80 centesimi. Non sono pochi quelli che “piuttosto di regalarglieli per stare solo 10 minuti vado a fare la spesa da un’altra parte”. Si sa, i cambiamenti epocali spesso fanno fatica ad ingranare, ma al momento la rivoluzione è poco smart e molto lessicale: come detto, “gli insulti non si contano più”. Urgono rimedi.