13-02-2015 ore 20:11 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Comunità islamica sfrattata da via Mazzini. Dhaouadi: "cerchiamo alternative”. Il locatore: "contratto scaduto"

Non c’è mai stato nessuno sfratto: ieri, io e il proprietario siamo andati insieme al tribunale per mettere nero su bianco il nostro impegno. Avevamo preso accordi verbali per utilizzare l’appartamento dove siamo in affitto tutt’ora e li abbiamo semplicemente formalizzati davanti al giudice”. Così afferma Bouzaine Dhaouadi, che nella sua ricostruzione smentisce la notizia dello sfratto e l’ipotesi che il luogo di culto non rispetti i termini di legge in quanto a sicurezza.

 

Pochi metri quadri

Il centro culturale islamico se ne andrà da via Mazzini entro l'inizio di ottobre del 2015. Da 17 anni la comunità islamica di Crema è in affitto in un appartamento di via Mazzini: una ventina di persone si ritrovano tutti i giorni, dopo il tramonto, per pregare. Il locale conta pochi metri quadrati, secondo Dhaouadi è “il minimo indispensabile per adempiere al rituale religioso. Il nostro accordo con il proprietario sanciva la scadenza del contratto a fine 2014, ma non siamo riusciti a trovare un'alternativa”.

 

Le proroghe

“Abbiamo parlato con la proprietà – prosegue il presidente della comunità islamica – che ci ha concesso una proroga fino a giugno 2015, anche grazie all’impegno dell’amministrazione con cui stiamo cercando una soluzione. Un altro inquilino, però, sta facendo pressione per via del dibattito che tiene banco in città. Abbiamo ridiscusso i termini dell’accordo affinché la proprietà non perdesse l’affitto, concordando fino a fine settembre la nostra permanenza”.

 

In attesa della politica

Ad oggi la comunità islamica non ha ancora trovato un altro luogo dove potersi riunire. “Stiamo aspettando di vedere come evolve la situazione a livello politico – conclude Dhaouadi – nel frattempo cerchiamo di velocizzare i tempi ma con la proprietà non c’è mai stato alcun problema, siamo sicuri riusciremo a venirci incontro, se dovesse servire”.

 

“È uno sfratto”

Diversa, invece, la versione fornita dal proprietario dell'appartamento, Luca Salatti: “la decisione della data per il rilascio definitivo dell’appartamento è stata decisa di comune accordo ma ha carattere ultimativo. È uno sfratto: come succede anche per gli sfratti residenziali, loro a quella data possono opporsi, nel qual caso inizierà l'iter giudiziario”.

 

Nessuna morosità

“Il contratto – aggiunge Salatti – non è più in corso: è terminato alcuni anni fa con un regolare atto di disdetta. Il giudice ha però deciso di concedere loro un lungo periodo di tempo per trovare una nuova sistemazione. C’è da precisare che lo sfratto è dovuto alla scadenza del contratto. Non è per morosità: gli inquilini hanno sempre pagato regolarmente”.

 

I tempi della variante

I tempi della politica prevedono il primo approdo della variante al Pgt riguardo la realizzazione di un nuovo centro islamico verso aprile. Accogliendo la richiesta della comunità islamica, l’amministrazione ha dato il via al procedimento per individuare una nuova area – all’inizio il Pgt prevedeva 3 aree da destinare a strutture religiose – su cui edificare un nuovo luogo di culto. Ieri sera la maggioranza consiliare ha aperto all’opposizione per una sintesi positiva della vicenda all’interno di un percorso condiviso. Entro settembre la politica potrebbe riuscire a mettere il punto fermo ad una vicenda piuttosto spinosa.

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