10-01-2014 ore 20:24 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema, i Giardini pubblici di piazzale Rimembranze dedicati a Fabrizio De Andrè. Artisti, professionisti, politici e cittadini promuovono una raccolta firme

"Nella vita si è costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte, invece, i personaggi di Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare". Così, nel 1971, Fabrizio De Andrè presentava a Fernanda Pivano il suo quinto album, Non al denaro non all'amore né al cielo.

 

La conservazione del potere

De Andrè attualizzò i personaggi che animano l'Antologia di Edgar Lee Master, e dalla piccola borghesia americana del 1919 li inserì nel contesto sociale italiano: "Quando dico borghesia non dico babau, dico la classe che detiene il potere e ha bisogno di conservarselo, no? il suo potere. Ma anche nel nostro tipo di vita sociale abbiamo dei giudici che fanno i giudici per un senso di rivalsa, abbiamo uno scemo di turno di cui la gente si serve per scaricare le sue frustrazioni, è tanto comodo a tutti, uno scemo...".

 

Invidia e scienza

Secondo Fernanda Pivano erano due i temi principali del disco, "le più insistenti costanti della vita di provincia: l'invidia (come molla del potere esercitata sugli individui e come ingnoranza nei confronti degli altri) e la scienza (come contrasto tra l'aspirazione del ricercatore e la repressione del sistema). De Andrè aggiunse: "l'invidia perché direi che è il sentimento umano in cui si rispecchia maggiormente il clima di competitività, il tentativo dell'uomo di misurarsi continuamente con gli altri, di imitarli o addirittura superarli per possedere quello che lui non possiede e crede che gli altri posseggano. La scienza, perché la scienza è un classico prodotto del progresso, che purtroppo è ancora nelle mani di quel potere che crea l'invidia e, secondo me, la scienza non è ancora riuscita a risolvere problemi esistenziali".

 

La raccolta firme

Domani, 11 gennaio 2014, a quindici anni dalla sua scomparsa, si aprirà ufficialmente una raccolta firme per dedicare al Faber i giardini pubblici di piazzale delle Rimembranze; luogo simbolo e di ritrovo per intere generazioni di cremaschi, nel corso degli anni è stato ciclicamente attraversato da ondate di creatività, degrado o splendore. Nel corso del 2009 l'allora capogruppo del Pd, Matteo Piloni, raccolse le firme di tutto il consiglio comunale, impegnando il sindaco Bruno Bruttomesso ad intitolare una via al grande artista genovese.

 

Il messaggio

Ora, con questa iniziativa, che coinvolge l'assessorato ai lavori pubblici guidato da Fabio Bergamaschi e l'assessorato alla cultura che fa capo a Paola Vailati, artisti, professionisti di ogni settore, amministratori e soprattutto privati cittadini avranno la possibilità di fornire il proprio sostegno alla raccolta firme e, citando De Andrè, lanciare un preciso messaggio alla città e a tutti i fruitori dei Giardini:  "A trionfare sulla vita è soltanto chi è capace di amore".