Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013, una nave con 366 migranti affonda nel tratto di mare vicino a Lampedusa. L’isola, per molti barconi con un carico di persone in cerca di speranze, rappresenta il primo scoglio per chi vuole l’Europa è l’ultimo promontorio d’Italia per chi invece guarda all’Africa. Tra i 200 ragazzi che il mese scorso hanno preso parte al progetto l’Europa inizia a Lampedusa, giornata dell’accoglienza e della memoria, promosso dal ministero dell’istruzione, in collaborazione con il Comitato 3 Ottobre, anche Crema può dire di esserci stata, con una delegazione dell’istituto Sraffa: le allieve Greta Areni e Giada Oddo del corso socio sanitario e Giulia Giussani e Sara Paternazzi del corso grafico, accompagnate dal docente di discipline letterarie Pietro Fischietti.
La Porta Europa
Diversi i workshop gestiti da importanti organizzazioni, da Medici senza frontiere a Save the children, fino al significativo incontro che i partecipanti hanno avuto con i sopravvissuti del tragico naufragio. In ricordò di ciò, la manifestazione conclusiva si è svolta presso la Porta Europa, monumento dedicato alla memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare: quasi cinque metri di altezza e tre metri di larghezza, di ceramica refrattaria e ferro zincato, disegnato e decorato da Mimmo Paladino.
I corridoi umanitari
Tra le iniziative che si sono svolte presso l’istituto Pirandello, l’approfondimento sui corridoi umanitari, a seguito del protocollo d’intesa tra i ministeri degli esteri e dell’interno, comunità di sant’Egidio, federazione delle chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese. Progetto-pilota, che si propone di evitare i viaggi dei barconi nel Mediterraneo, impedendone lo sfruttamento ai trafficanti di esseri umani, concedendo ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario. Tema trattato proprio a Crema la scorsa estate, da Emanuele Coti Zelati presidente della commissione affari sociali del comune, che ne aveva discusso con Giorgio Del Zanna, docente di storia alla Cattolica di Milano, e presidente della comunità di sant’Egidio di Milano.
Soluzione europea
“A Lampedusa, ci siamo resi conto di cosa sia davvero il fenomeno dell’immigrazione e, ancor di più, di come la soluzione del problema passi da un’Europa veramente forte e unita piuttosto che dalle barriere d’odio che non fanno onore alcuno al genere umano”, ha commentato Pietro Fischietti, che in questi giorni sta relazionando alle varie classi dell’istituto dell’esperienza fatta. Lo Sraffa ha partecipato al progetto presentando un video realizzato dagli stessi ragazzi e dai docenti Pietro Fischietti e Vincenza Nicolosi.