08-07-2021 ore 13:28 | Cronaca - Crema
di Gloria Giavaldi

Disagio giovanile, per Comunità sociale la cura passa da un approccio multidisciplinare

“Dobbiamo puntare su una maggiore integrazione tra servizi sociali e sociosanitari”. Il direttore di Comunità sociale cremasca Davide Vighi ritiene sia necessario per arginare il fenomeno del disagio minorile. L'azienda consortile ha di recente stanziato 1 milione e 550 mila euro per sostenere i costi relativi ai minori affidati al servizio per i quali l’autorità giudiziaria dispone il collocamento, ma emergono chiaramente alcune difficoltà, dovute alla tradizionale trattazione del disagio. Sussiste infatti una tendenza ad incasellare i bisogni in comparti stagni, siano essi sanitari, educativi o sociali. Secondo l'equipe di tutela minori, di recente impegnata nella trattazione di casi gravi, si rende necessario approntare un nuovo modello, dopo un approfondito studio e comprensione del fenomeno, attuando interventi territoriali innovativi volti a rafforzare la prevenzione e ad una forte integrazione.

 

Natura ibrida

I casi trattati mostrano “una natura ibrida”, ovvero il sovrapporsi di problematiche educative, relazionali e psicologiche e sono in aumento. Basti pensare che al 31 dicembre i minori in carico a Comunità sociale cremasca erano 670, ora sono già oltre 700. “La pandemia ha portato a galla disagi e frustrazioni tra i preadolescenti e adolescenti” spiega la presidente Angela Beretta. “Complici il lockdown e l’assenza del presidio scolastico a causa della dad, alcune situazioni familiari sono esplose prepotentemente”. Fondamentale da questo punto di vista si è rivelata la sinergia con i Comuni e l’ambito sanitario, ma non basta. È sempre più necessaria un'integrazione dei vari ambiti coinvolti. Ché, nessuno di noi è fatto a pezzi.

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