08-03-2025 ore 19:07 | Cronaca - Roma
di Giovanni Colombi

Nuovo reato di femminicidio, il ministro Nordio: ''si tratta di una grande svolta epocale''

Il femminicidio reato autonomo; una maggiore tutela delle vittime e dei loro familiari. Ieri il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri, ha sintetizzato così il disegno di legge approvato, che introduce il delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

 

Una grande svolta
La nuova fattispecie, commenta il Guardasigilli, “da un punto di vista dogmatico, oltre che da un punto di vista ovviamente etico e sociale, costituisce una grande svolta. Oltre a risolvere problemi tecnici, si tratta di una “manifestazione potente di attenzione dello Stato a questa problematica che è emersa in questi ultimi anni in maniera così dolorosa, e che deve avere un riconoscimento penale di prima levatura. Il disegno di legge prevede aumenti di pena per i delitti rientranti nel cosiddetto “Codice rosso”; inaspriscono le pene rendendo più difficile una trattamento di indulgenza verso chi commette questi gravi tipi di reato”. Ampio spazio nel processo alle vittime o ai loro familiari, se decedute. In particolare, viene introdotto “l’obbligo da parte del pubblico ministero di ascoltare direttamente la vittima o i parenti della vittima, senza poter delegare alla polizia giudiziaria”, spiega il Nordio. L’obbligo di audizione “responsabilizza di più la magistratura verso una forma di aggressione alla donna che, in questo caso, merita l’intervento diretto dell’autorità requirente. L’obbligo di sentire la vittima scatta anche nel caso in cui l’indagato o l’imputato chieda il patteggiamento; il parere non è vincolante, ma impone al giudice una particolare motivazione nel momento in cui dovesse disattenderlo”. L’audizione della vittima è obbligatoria anche nel caso di attenuazione di misure nei confronti del detenuto, della sua liberazione e in ogni ipotesi di modifica del trattamento penitenziario.

 

 

Obbligo formativo per i magistrati
“La figura della vittima o dei suoi parenti – conclude Nordio - viene valorizzata in quanto essa interviene o è posta in condizione di intervenire efficacemente nella fase delle indagini o anche nella fase di successiva, proprio perché diventa a tutti gli effetti un protagonista della dialettica processuale”. Il disegno di legge introduce poi uno specifico obbligo formativo per i magistrati: a prescindere dalla specializzazione, bisognerà seguire un corso sui reati contro le donne tra quelli previsti dalla Scuola superiore della magistratura. Questo, dice Nordio, “per evitare la vittimizzazione secondaria”.

 

Al cuore del problema

Sull’introduzione del nuovo reato, la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, intervenuta in conferenza stampa, ha ribadito che si tratta di “una cosa forte, molto impattante perché si distingue dall’omicidio, e questa differenza è nei fatti e nei numeri. Abbiamo una donna uccisa ogni tre giorni, gli omicidi di maschi da parte di donne sono numeri che possono essere contati sulle dita di una mano. Questa volta siamo andati al cuore del problema: che a uccidere le donne sono gli uomini perchè c’è ancora un rapporto malato”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ricordato che si tratta di “un lavoro importante e storico, che si inserisce nella scia di provvedimenti che abbiamo fin qui adottato per marcare una presenza molto forte su questo tema”.

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