In Italia la povertà assoluta sta aumentando in maniera costante da più di 10 anni, con un milione e mezzo di poveri in più: nel 2023 se ne sono contati 5 milioni e 694 mila. Questo è quanto emerge da “Fili d’erba nelle crepe”, il rapporto 2024 nazionale sulla povertà, realizzato da Caritas Italiana. Per la prima volta il report è stato illustrato a Crema, nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio, in sala Alessandrini. Presente per commentate i dati, Walter Nanni del centro studi di Caritas: “nel documento non affrontiamo solo la povertà economica, vengono affrontate tematiche differenti come il problema abitativo, le tensioni geopolitiche, la detenzione e le misure alternative al carcere, l’impatto sociale degli interventi caritativi e le nuove misure contro la povertà”.
Dati alla mano
Quest’anno si è creata una questione settentrionale: “I poveri assoluti nelle regioni del Nord superano il numero del Mezzogiorno, con un aumento del 42,8 per cento”. Nel report, Nanni ha individuato “altri record di povertà” come: i giovani e minori (risultano in stato di povertà il 13,8 per cento nel 2023), i nuclei di stranieri (il 35,1 per cento delle famiglie risulta in povertà) e gli operai o assimilati (l’incidenza della povertà è al 16,5 per cento). La conseguenza a questi numeri è l’aumento di persone assistite dalla rete Caritas, con un incremento del 41,6 per cento a livello nazionale. Dai dati emergono i bisogni che spingono le persone a chiedere un sostegno; la prima motivazione rimane la povertà economica (78,8 per cento), seguita dai problemi occupazionali (45,9 per cento), dai problemi abitativi (22,7 per cento) e dai problemi famigliari (13,2 per cento).
Alcuni trend e alert
Non solo nuovi poveri, aumentano le storie di cronicità e di povertà intermittente, dal 54,7 per cento al 59. La povertà si fa sempre più complessa: “i poveri diventano sempre più poveri”. Alle persone povere, inoltre, è negato il “diritto di aspirare”: la condizione di difficoltà erode la capacità progettuale. Si fa sempre più stretto il binomio tra povertà economica ed educativa: il 63,7 per cento ha al massimo la licenza di scuola media. Nonostante molti abbiamo un’occupazione, si chiede comunque aiuto: “nel 2010 il 70 per cento degli assistiti Caritas era in cerca di lavoro e solo il 15 per cento dichiarava di averne uno; oggi i disoccupati pesano per il 48 per cento e gli occupati per il 23 per cento”.
Il problema abitativo
In Italia un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni sovraffollate, poco luminose e senza servizi come l’acqua corrente in bagno. Il 22,2 per cento dei nuclei fa fatica a pagare le rate del mutuo o l’affitto e le bollette. Di questi, la maggior parte non ha un’abitazione di proprietà. Le sentenze di sfratto per morosità nel 2023 sono state 30.702. Su questa tematica sono diminuite le risposte istituzionali, dal 2022 il Fondo locazioni e il Fondo morosità incolpevole non sono stati più rifinanziati.
‘Trovare risposte di speranza’
Affrontiamo quotidianamente le difficoltà delle persone”, ha dichiarato Donata Bertolotti, portavoce del Forum del terzo settore: “ringrazio la Caritas per questo lavoro di raccolta dati e analisi approfondita. Oggi il numero di individui in situazioni di povertà è notevole e negli ultimi anni si è triplicato arrivando al 10 per cento secondo i dati dell’Istat. La presentazione di questo report è per noi un’occasione di confronto con associazioni, enti del terzo settore e istituzioni”. Per il sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi, si è trattato di un “momento di grande rilievo per il territorio. Stiamo vivendo in un contesto di grande cambiamento sociale, i paradigmi stanno mutando. Dobbiamo trovare insieme l’entusiasmo per trovare delle risposte di speranza”.