06-03-2022 ore 09:33 | Cronaca - Cremona
di Claudia Cerioli

Ucraina: l'Asca condanna la guerra e apre le porte delle scuole ai bambini profughi

L’Asca (Associazione scuole cremonesi autonome) nell’assemblea di martedì 2 marzo ha condannato la brutale aggressione militare subita in questi giorni dalla popolazione dell’Ucraina, che ha procurato devastazione e morte, anche fra i bambini. Conferma la necessità di passare al dialogo come unico strumento per le controversie internazionali. Le istituzioni scolastiche ed educative della provincia di Cremona abdicherebbero al proprio ruolo se tacessero di fronte a quanto si sta consumando in un’Europa illusa sul fatto che le guerre fossero solo ricordi di una storia effettivamente maestra di convivenza e non ferite potenzialmente sempre riemergenti in un quadro contestuale che evidentemente dal passato non ha imparato niente.

 

Violenza dopo il Covid

I nostri giovani, dopo la violenza emotiva e sociale della pandemia, non possono, non devono e non vogliono transitare verso la violenza senza ritorno della guerra, in un infernale movimento tra paura e paura, con esclusivo denominatore comune la sottrazione del futuro. L’Asca si stringe intorno a loro, intorno alle vittime del conflitto, intorno alla fiumana di persone che dovranno lasciare il proprio paese con un abbraccio solidale largo quanto un intero continente, aprendo le porte delle sue scuole a coloro che arriveranno in Italia e avranno bisogno di alfabetizzarsi o semplicemente di riconciliarsi con il mestiere di uomo, di donna o di bambino che ha diritto al rispetto della sua dignità di persona.

 

Insegnare la solidarietà

Infatti citando Hannah Arendt: “la guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri”. Dobbiamo essere noi, società civile, Istituzioni educative, uomini e donne liberi e democratici a supportare in ogni modo la loro voglia di ritornare alla vita, brutalmente vulnerata dal dispotismo autocentrico di chi ha saputo solo innamorarsi di se stesso. E’ la modalità migliore per un’educazione civica agita, per insegnare ai nostri ragazzi la solidarietà, per poter dire ai nostri bambini, parafrasando Rodari, che, sì, la luna di Kiev è bella come la luna di Roma e non è la sua sorellastra sporca di sangue.

1649