05-12-2020 ore 20:30 | Cronaca - Crema
di Sara Valle

Festival dei diritti. Demenza, la cura delle famiglie ed il forte abbraccio delle comunità

Un confronto per conoscere e far conoscere le opportunità di cura delle famiglie nell’esperienza della demenza. Un’opportunità per fare rete tra le varie realtà del territorio rispetto ad una patologia che, secondo l’assessore al welfare del Comune di Crema Michele Gennuso, è “un’epidemia moderna”. Venerdì 4 dicembre, nell’ambito del Festival dei diritti, si è parlato della demenza, dello smarrimento iniziale, della paura, della necessità di un percorso condiviso. Tutto è partito dalla visione del film Iris. “Vogliamo raccontarvi una storia” ha detto Gennuso collegato sulla pagina Facebook dell’Orientagiovani Crema con la community maker Michela Oleotti.

 

La prima visita

L’attenzione si è focalizzata sul punto iniziale del percorso: la visita d’accoglienza. Per Luigi Enterri, geriatra della Fondazione benefattori cremaschi “è bene chiarire che dalla demenza non si guarisce, ma delle persone ci si può prendere cura al fine di garantire loro la migliore qualità di vita”. Sulla stessa linea d’onda, la neuropsicologa della Fondazione benefattori cremaschi, Maria Grazia Regonesi:“Una diagnosi precoce è fondamentale per attuare interventi riabilitativi immediati”. Rilevante è anche la presenza dei familiari: “Chiediamo sempre che alla prima visita il paziente sia accompagnato da un familiare, affinché non sia solo, affinché si senta accolto”. Dopo la diagnosi, l’obiettivo è di “stare accanto e dare sostegno”.

 

L'associazionismo

Anche grazie al prezioso supporto delle varie associazioni del territorio. Sul tema sono intervenuti, Gloria Regazzi, vicepresidente della sezione cremasca dell’Associazione italiana malattia di Alzheimer, Christian Pozzi, presidente dell’associazione Argilla di Soncino e Patrizia Pedrazzini, assistente sociale del Comune di Soncino. Dopo una breve cronostoria dell’associazione ad opera della presidente Maria Dragoni, Regazzi ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di “prendersi cura del contesto familiare, di leggere i bisogni e formulare proposte concrete”. Come il Caffè Alzheimer, un momento di condivisione prezioso presso la Rsa di via Zurla tra pazienti e familiari o ancora il desiderio di prestare assistenza al domicilio del paziente con la Rsa aperta. Da Soncino giunge, invece, un ottimo esempio di lavoro in rete. “Da poco tempo – spiegano dall’associazione Argilla – abbiamo attivato in collaborazione con i servizi sociali comunali uno sportello d’ascolto per caregiver”. L’obiettivo lo precisa al meglio Patrizia Pedrazzini: “giungono al servizio, condotto da una psicologa, persone affaticate, disorientate. Dobbiamo cercare di intervenire il prima possibile per garantire un ambiente familiare sereno”.

 

La forza delle comunità

Da questo punto di vista, anche le comunità si sono mobilitate per “abbracciare i pazienti ed i loro familiari, affinché si sentano sempre parte della nostra città. Affinché non vengano esclusi”. Il sindaco di Castelleone Pietro Fiori, con Cristina Sacchelli e Laura Orlandi della Fondazione Brunenghi, ha introdotto così i baluardi che guidano il progetto Castelleone città amica delle persone con demenza. “L’anima di questo progetto è la Fondazione, una cerniera tra la struttura e la comunità per far conoscere queste patologie con attività di informazione e formazione”. Anche per i vari operatori di prossimità, “così da garantire una partecipazione attiva di queste persone alla vita della comunità”. Del resto “una città a misura delle persone con fragilità è una città a misura di tutti” chiude Fiori. Lo stesso spirito vive anche a Crema con il progetto Crema città amica dell’Alzheimer. Lo ha spiegato in estrema sintesi l’assessore Gennuso: “Non è solo uno slogan, è il desiderio di esserci promuovendo numerosi servizi a favore dei pazienti e delle loro famiglie. È importante continuare a fare rete tra le varie realtà: non perdiamoci”.

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