Otto persone arrestate e tre denunciate a piede libero con l'accusa di furto aggravato e ricettazione. Questo il bilancio dell'operazione Black out condotta dai carabinieri di Cremona, in collaborazione con quelli di Milano, Lodi, Pavia, Udine e Bologna, e coordinata dal sostituto procuratore Francesco Messina. Le persone coinvolte sono nomadi di etnia rom tranne una, un pensionato italiano, domiciliati in diversi comuni della provincia di Pavia e Lodi.
L'operazione
L'indagine ha avuto inizio nel luglio 2016 e seppur interrotta operativamente per alcuni mesi, a causa della fuga di alcuni componenti del gruppo criminale in Romania, paese di origine, è ripresa e proseguita per tutto il 2018. Come spiegato dal comandante della Compagnia di Cremona, il maggiore Rocco Papaleo, “abili nell’organizzare in poche ore razzie sistematiche di intere aree geografiche e capaci di non fermarsi di fronte a nessun ostacolo, hanno sottratto in decine di colpi, centinaia di chilometri di conduttori di rame, prelevandoli dai tralicci delle linee elettriche presenti nelle zone più isolate della bassa padana lombardo - emiliana e nelle risaie della Lomellina e del pavese. Oltre al danni per le società di erogazione del servizio, hanno creato non poche difficoltà ad aziende e piccoli centri abitati, provocati dai numerosi black out elettrici”.
Furti anche nel Cremasco
“Principalmente – prosegue il maggiore - hanno operato nelle province di Cremona, Milano, Lodi, Pavia e Piacenza. Oltre al rame sono ritenuti responsabili di un numero impressionante di furti, anche di altri tipi di metalli, nonché cavi elettrici interrati negli incanalamenti di strutture industriali, di ingenti quantitativi di altre merci, veicoli ed attrezzi di lavoro. Complessivamente hanno compiuto oltre 50 colpi, dei quali due nel Cremasco ai danni dell'Enel: uno ad Agnadello l'11 luglio 2017, arrecando un danno di circa 10 mila euro, l'altro una settimana dopo a Castelleone, dove il danno complessivo è stato di 30 mila euro”.
Il ricettatore
“L’indagine ha permesso di individuare il ricettatore del gruppo – conclude Papaleo - un pensionato italiano con un ruolo ben preciso anche nell’organizzazione logistica dell’attività di smercio, nella fase del trasporto della merce e del rame, sia del suo piazzamento per cui alimentava un florido giro d’affari. Beni che poi reintroduceva nella catena di commercio lecito attraverso alcuni gestori compiacenti con cui è risultato mantenere stretti legami, in particolare nelle province di Piacenza e Pavia e per i quali sono ancora in corso degli accertamenti”. Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche diverse perquisizioni che hanno permesso di ritrovare parte della refurtiva: si stima che il valore della merce rubata dalla banda superi il milione di euro.