A Crema prosegue il progetto di toponomastica femminile iniziato nel corso del secondo mandato dell’amministrazione Bonaldi, durante il quale 21 luoghi tra vie, parchi, ciclopedonali della città sono stati intitolati a donne. In continuità con quanto già realizzato, l'Amministrazione comunale ha aderito alla campagna nazionale "8 marzo: tre donne, tre strade" promossa dall'Associazione toponomastica femminile. La giunta, con una delibera del 24 luglio scorso, ha intitolato tre aree di circolazione a tre figure femminili significative, una di rilevanza locale, una di rilevanza nazionale e una di rilevanza straniera come richiesto dalla campagna. Come spiega l'assessore alle Pari opportunità, Emanuela Nichetti, “l'Amministrazione comunale ha accolto con entusiasmo questa proposta, che si inserisce nel progetto di Toponomastica femminile perseguito in modo massiccio negli ultimi anni. Intitolare a donne luoghi della città è infatti uno strumento fondamentale per influenzare positivamente la percezione della società riguardo al ruolo delle donne nella nostra storia e nella nostra comunità”.
Anita
Si parte da "via Enrica Gandolfi", ubicata tra l'inizio di via Virginio Pagliari, intersezione via Beato Antonio Rosmini, termine via Carlo Rossignoli n. 45. Partigiana cremasca (1926 – 2003), appena 18enne, con il nome di battaglia “Anita”, per raggiungere suo marito partigiano in montagna, lasciò il figlio di pochi mesi e si unì alla lotta contro gli invasori nazisti. Affidato il bambino ai nonni, divenne staffetta partigiana sui monti sopra Stresa. Non riuscì però a unirsi a Francesco: si ritrovarono solo dopo il 25 aprile del 1945 a Crema.
La regina della pedivella
La seconda intitolazione è "via Alfonsina Morini Strada", inizio da via Mirandola 1 A e termine alla palata del Fiume Serio. Pioniera del ciclismo femminile su strada (1891 – 1959), nacque in una famiglia di contadini. Nei paesi in cui sfrecciava con la sua bicicletta venne soprannominata “il diavolo in gonnella”. Prima e unica donna ad aver partecipato al Giro d’Italia nel 1924, è stata la pioniera del ciclismo femminile su strada. Ha saputo sfidare molti uomini, sconfiggerne alcuni e soprattutto opporsi al sistema. Nonostante fosse appoggiata da diversi suoi colleghi tra cui Girardengo, le fu successivamente negata la possibilità di partecipare al Giro. Continuò comunque ad essere protagonista in numerose altre competizioni: da "diavolo in gonnella" nel tempo conquistò il soprannome di "regina della pedivella" e a Longchamp, nel 1938, conquistò il record femminile dell’ora (35,28 km).
La signora dei gorilla
Infine "percorso ciplopedonale Dian Fossey", inizio da via Mirandola e termine in via Ricengo intersezione via Gabriele Cantoni. Zoologa statunitense (1932 – 1985), è passata alla storia come la “signora dei gorilla”, dedicando tutta la sua vita allo studio dei gorilla di montagna e alla tutela dei loro diritti in Zaire e poi in Ruanda. Fu assassinata nel dicembre del 1985 nella sua capanna con un panga, arnese locale utilizzato dai bracconieri proprio per uccidere i gorilla.