04-08-2021 ore 19:56 | Cronaca - Crema
di Sara Valle

Finalpia verso il rent to buy. Bonaldi: 'in fase di valutazione. Siamo vicini alla Fondazione'

La soluzione alla quale si sta lavorando è un accordo rent to buy, che impegnerebbe la controparte al versamento di un canone annuo quale remunerazione del godimento superiore a quello a suo tempo corrisposto da Ch hotels, per i successivi tre anni e, alla scadenza triennale, all'acquisto dell'immobile al costo pattuito di 10 milioni di euro. La controparte sarebbe anche tenuta al versamento della somma di 500 mila euro a titolo di caparra confirmatoria. Tale importo fungerebbe da anticipo sui dieci milioni, nel caso in cui l’alienazione fra tre anni andasse a buon fine, mentre risarcirebbe la fondazione della mancata vendita, laddove l’impegno all’acquisto invece venisse meno. Secondo una nota stampa diffusa dal Comune di Crema, questo lo scenario più probabile a seguito della messa sul mercato degli immobili della Fondazione Finalpia. La procedura, con base d’asta di 10 milioni di euro, scaduta lo scorso 31 maggio, si era chiuso con una sola offerta non conforme alle prescrizioni del bando. Il sindaco Bonaldi, relazionando ai capigruppo consiliari insieme al presidente del consiglio comunale Gianluca Giossi e all’assessore al bilancio Cinzia Fontana, ha spiegato come in queste settimane, la Fondazione con l’assistenza tecnica di Consorzio.IT e di un consulente legale, sia impegnata in una negoziazione con la società che ha presentato un'offerta al bando scaduto lo scorso maggio. “Tale offerta merita un approfondimento per capire se possa rappresentare una valida soluzione per risolvere le forti criticità in corso”.

 

La situazione debitoria

Tra queste, sicuramente, la situazione debitoria. A seguito dell’inadempimento di Ch hotel la Fondazione è riuscita, nell’estate 2019, a risolvere il contratto con tale società e a tornare nel possesso dell’immobile, ma non a recuperare i crediti con tale locataria ammontanti a oltre un anno di morosità più interessi per quasi 300 mila euro. Da quel momento la situazione debitoria non ha potuto che acuirsi, con un quadro che al 31 dicembre 2020, come da documentazione di bilancio già resa nota anche ai capigruppo, vede da un lato esposizione bancaria per quasi 1. 2 milioni a fronte del mutuo a suo tempo assunto per acquistare l’arredo e il parcheggio della struttura. Per tale mutuo è ad oggi in corso una moratoria. A questi si aggiungono altri debiti che al 31 dicembre scorso ammontavano complessivamente a circa 450 mila euro e che riguardano prevalentemente esposizioni con l’erario, l’Imu e la Tari al Comune di Finale Ligure, il canone demaniale idrico alla Regione Liguria, l’Ires del triennio 2018/2020. Ovviamente tale quadro non può che essersi acuito nel primo semestre 2021, non essendo intervenute positività nel bilancio della fondazione, con una situazione debitoria importante.

 

Rateizzazioni e garanzie

“Riguardo all’Imu”, ha spiegato la sindaca, “con l'assessore Fontana e il servizio finanziario abbiamo assistito la fondazione nella richiesta di una rateizzazione presso il Comune di Finale Ligure, il quale ha risposto affermativamente, mostrando grande disponibilità; tuttavia, l’ente richiede il deposito di una garanzia a tutela del proprio credito. Ebbene, al momento, stante la moratoria richiesta per il mutuo, gli istituti bancari faticano a prestare la garanzia (anche qui abbiamo assistito la Fondazione nel rapporto con le banche) e al contempo il Comune è impossibilitato ad offrirne, non essendo la fondazione una società controllata o partecipata dal Comune, né direttamente né indirettamente”.

 

Adeguate tutele

La decisione ultima circa l'operazione in corso di valutazione spetta alla fondazione, che, come ha precisato Bonaldi è “ente terzo rispetto al Comune, non soggetto ad alcun tipo di controllo o coordinamento né diretto né indiretto dell’ente locale”. Tuttavia la Fondazione è “un bene comune cittadino e dunque meritevole di attenzione ed interesse da parte dei suoi rappresentanti”. “Attendiamo le prossime settimane per capire se questa ipotesi al vaglio della Fondazione Finalpia possa essere una soluzione ragionevole”, ha concluso Bonaldi, “auspicando che la negoziazione in corso vada a buon fine, ma che le garanzie e le tutele per la fondazione siano adeguate, per non cadere in una situazione ulteriormente peggiorativa per l’Opera Pia. Certamente la situazione in cui l’ente versa è drammatica e sappiamo bene che tale condizione dipende dal fallimento di Ch hotel e che l’esposizione debitoria, in costante crescita, è conseguente a quelle circostanze, certamente non imputabili ai vertici dell’Opera Pia, attualmente concentrati su una operazione delicatissima ed impegnativa.

 

Stare accanto alla Fondazione

Chiedo alle forze politiche, pur nel legittimo dibattito politico, responsabilità e serietà nella gestione di queste informazioni e del confronto: la fondazione va accompagnata in un percorso di affrancamento, finalizzato ad arrestare l’emorragia debitoria e a trovare soluzioni nel perimetro della realtà. L’alternativa entro fine anno è una procedura liquidatoria, questo è abbastanza evidente. Per questa ragione la Fondazione ha bisogno di sentire vicino il comune ed i rappresentanti delle forze politiche, va sostenuta e non resa il bersaglio di polemiche o accuse che non portano vantaggio né all’ente né alla città”.

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