Una centrale operativa territoriale per il distretto di Asst Crema, tre case di comunità, una nel presidio di via Gramsci, una presso il polo santa Marta di Rivolta d'Adda ed una terza probabilmente tra Lodi e Melegnano. Infine, un ospedale di comunità da collocare presso la sede di Rivolta d'Adda dotato di 20-40 posti letto. Secondo il numero di abitanti del territorio cremasco (attorno ai 160 mila) potrebbe essere previsto un secondo distretto a Rivolta. In totale i distretti in provincia sarebbero 4. Questo, a grandi linee, il progetto dell'Asst di Crema, a fronte delle linee guida date dal Ministero della sanità e nell'ottica della revisione della legge 23. Del tema si è discusso oggi in sala degli Ostaggi. Presenti diversi sindaci del territorio, consiglieri regionali Piloni e Degli Angeli, la presidente del distretto Asst Crema Stefania Bonaldi con Aldo Casorati rappresentante degli amministratori nella conferenza dei sindaci di Ats Val Padana. Per Asst presente il direttore sociosanitario Piermauro Sala.
Ospedale e territorio
L'intento, tanto delle indicazioni date dal Ministero quanto di quelle fornite da Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è quello di favorire la continuità tra ospedale e territorio con offerta diversificata dei servizi. Nella stessa ottica deve muoversi la revisione della legge regionale 23. Come ha spiegato il presidente della commissione sanità di regione Emanuele Monti: “le indicazioni hanno imposto una rivisitazione dei distretti, andando a triplicarne il numero sul territorio lombardo. Il distretto gestisce i rapporti con vari attori del territorio (rsa, medici di base, sociosanitario), coinvolgendo anche i piani di zona. Stiamo cercando di ragionare sugli ambiti distrettuali per evitare sovrapposizioni con aree non omogenee”. La revisione sarà pronta entro fine anno ed operativa nelle varie azioni entro marzo 2022. I distretti saranno dotati di maggiore autonomia gestionale e finanziaria, prevedendo meccanismi di premialità e di crescita per la medicina del territorio. Si immagina “un maggiore dialogo anche con associazioni ed imprese, operatori sanitari, medici e soprattutto sindaci. Viene aumentata la responsabilità dei vari attori”.
'Presst nell'ex tribunale'
Sul punto Aldo Casorati ha precisato come “i sindaci debbano avere maggiori responsabilità di programmazione ed un maggiore confronto con Asst. Se l'ospedale non vuole confrontarsi, non abbiamo possibilità”. “Ats - ha risposto Sala - ha previsto un incontro con l'ufficio di piano nella giornata di domani”. L'obiettivo è “tirare le fila, tenendo conto che il patrimonio di cui Asst Crema dispone è limitato”. Per Matteo Piloni e Degli Angeli la localizzazione delle strutture deve essere una priorità: “il Presst, che può includere la casa di comunità, deve essere collocato presso l'ex tribunale. Via Gramsci deve essere un'alternativa”. Le richieste del territorio devono essere ascoltate e valorizzate: “il territorio è pronto a fare osservazioni dal 2015 – spiega Degli Angeli – non possiamo tollerare la collocazione di queste realtà in una sede penalizzante per Crema”.
Tempi tirati
Certo i tempi per elaborare delle proposte sono tirati: “ dobbiamo proporre entro il 25 agosto. Come ovviare a questo problema?” si chiede Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco. Per Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo il problema “non il luogo, ma gli investimenti e l'intento di far coincidere il distretto con l'ambito sociale”. Dunque l'attuale ambito andrebbe rivisto: “Castelleone sarebbe escluso”. Peraltro “risulta fondamentale un lavoro di condivisione per garantire al territorio una buona offerta sociosanitaria”. Sulla stessa linea anche il presidente della provincia Mirko Signoroni per il quale è utile che “anche il cremasco avanzi delle riflessioni”. Il prossimo incontro è stato fissato nell'ultima settimana di agosto.