“Tutto ciò che è difforme dallo stereotipo di famiglia tradizionale assume valenza negativa”. Questo è il messaggio che secondo il consigliere comunale Mario Sangiovanni dell’Unione democratica per Romanengo è emerso dall’incontro Tu che famiglia vuoi? Famiglia e ideologia gender, organizzato dall’assessorato alle politiche sociali e all’istruzione del comune di Romanengo lo scorso venerdì 24 marzo.
Linguaggio grafico
“Ho partecipato alla serata – spiega il consigliere nella lettera inviata a Cremaonline – speranzoso che l’argomento fosse trattato in maniera interessante e fiducioso che l’immagine della locandina fosse solo una svista. Infatti una delle due famiglie disegnate “non poteva essere altro che un banale errore grafico”. La locandina riporta “il viso dei genitori non definito” e il volto della bambina “imbronciato. Il linguaggio grafico è stato scelto accuratamente per sentenziare l’inquieto pensiero che è stato il filo conduttore degli interventi”.
Uniformità di pensiero
All’incontro sono intervenuti l’assessore regionale Cristina Cappellini, la psicologa Manuela Ponti e il docente Laura Boccenti. Il consigliere si chiede il motivo per cui “un’amministrazione invita dei relatori che intervengono illustrando l’argomento con uniformità di pensiero. Per rendere servizio a tutti i cittadini un’amministrazione dovrebbe organizzare un dibattito con una pluralità di opinioni”. Secondo Sangiovanni, “con il criterio adottato l’amministrazione ha celato una serata informativa in una auto celebrazione dell’ideologia che caratterizza la fazione a cui appartiene”.
Paura e allarmismo
“Nella trattazione dell’argomento si è fatto riferimento anche a situazioni dal forte impatto sull’opinione pubblica - utero in affitto, omicidi, suicidi a sfondo sessuale - che richiederebbero una trattazione a parte”. Queste situazioni sono state “accollate come pratiche seguite solo da coppie di genere, differente rispetto alle coppie etero. Addossare al nemico elementi di grande impatto emotivo, è uno strumento per seminare paura e allarmismo nei confronti di colui che non rispecchia i canoni prefissati dalla ideologia omofoba”.