“A Povia di epiteti non ne ho dati, tanto meno del fascista. Ho trasmesso questa informazione a chi di dovere ma al video che tutt’oggi gira sui media non ho visto nessuna rettifica né è stato tolto. Non accetto che mi sia buttato addosso del fango gratuitamente con l’accusa infamante di fascista sarà lei”. Così Tarcisio Zaffardi, che settimana scorsa ha chiesto la cancellazione dell’evento Invertiamo la rotta organizzato a Crema dal Popolo della famiglia, replica al cantante Giuseppe Povia a seguito di un video apparso in rete nei giorni scorsi.
La risposta di Povia
“Fascista sarà lei che vuole annullarmi la data del 27 gennaio – afferma il cantante nella video-risposta alla lettera di Zaffardi – e se c’è una cosa che mi fa arrabbiare è quando mi fa passare per ciò che non sono, attingendo dalla miriade di stupidate che ha letto su internet”. Rispetto all’evento cremasco, assicura Povia: “faremo uno spettacolo-concerto. Io e l’avvocato Amato verremo a Crema in qualità di relatore e di cantautore. E spiegheremo ciò che lei stesso denuncia, signor Tarcisio: la dittatura del pensiero unico. Che poi il 27 gennaio ci sia il segretario di un partito, a lei che gliene frega?”.
Peccatore sì, fascista mai
“A me interessava e interessa solo un discorso di Chiesa – spiega Zaffardi nella replica – libera per l’annuncio del Regno di Dio, lontana dalle pastoie della politica e non legata a partiti o quant’altro. È quella chiarezza, povertà e gratuità del Vangelo, dei tanti maestri incontrati nella mia vita o attraverso i loro scritti o anche personalmente, ciarlatani mai, evangelici sì, testimoni, maestri e profeti, due dei quali della nostra terra cremonese: don Primo Mazzolari e don Luisito Bianchi. La mia vita, ormai giunta a una veneranda età, è stata vissuta in un impegno umano, sociale. Povero cristiano e peccatore sì, fascista mai”.