“Torniamo a parlare della moschea, un tema che tutti credevamo morto e sepolto almeno per questo mandato elettorale e invece così non è. Ci hanno riferito della possibilità di insediare una moschea nella zona industriale ex Olivetti. Sono voci non ufficiali, ma pur non dando atto dei singoli riscontri è nostro compito presidiare il territorio e capire quanto questa iniziativa è reale”. Così Andrea Agazzi, il segretario della sezione cremasca della Lega Nord, stamani in conferenza stampa.
Spaccatura e illusioni
Torna in primo piano il dibattito sul luogo di culto islamico a Crema. Un argomento importante, spiega Agazzi, anche in virtù delle conseguenze che ha avuto: “accusiamo questa amministrazione di aver spaccato la città, gestendo il tutto in maniera non adeguata. Anzitutto, mai è stata dichiarata l’intenzione di arrivare a costruire una moschea. Poi si è approvato un bando che ancora oggi grida vendetta. Infine, è giunto l’allontanamento dell’associazione islamica per mancanza di garanzie bancarie. Il risultato: spaccatura in città e illusioni negli interessati”.
L’interrogazione consiliare
“Vogliamo vederci chiaro fino in fondo – ha proseguito il segretario – così abbiamo deciso di portare in Consiglio comunale un’interrogazione. Al sindaco Bonaldi, alla sua giunta e alla maggioranza porremo tre domande a Bonaldi: se erano a conoscenza delle voci, anche dai diretti interessati; capire se durante questo mandato intenderanno portare avanti la modifica al Pgt per concedere la possibilità di insediare la moschea; se tale luogo di culto è o sarà uno dei punti fondamentali della prossima campagna elettorale”.
La fede e la Costituzione
“La giunta getti la maschera: il sindaco Bonaldi è in campagna elettorale da maggio. I cremaschi hanno il diritto di capire quale forza politica vuole cosa. Per noi non è un problema di culto: non sindachiamo sulla possibilità di esercitare il diritto di preghiera. È un problema perché sta innestando un nuovo processo. Cerchiamo di dare un’altra opportunità alla maggioranza per riflettere: secondo loro, è giusto concedere un’area per professare una fede che non rispetta i valori fondamentali della nostra Carta? Solo rispondendo a queste domande – ha concluso Agazzi – si può avere chiarezza e confrontarsi in vista delle elezioni”.