Anche l’Anac dice la sua sull’acquisizione di Lgh da part di A2A, stabilendo che “serviva una gara pubblica per la fusione tra le due società”. Un punto attorno al quale il Movimento 5 Stelle aveva costruito una battaglia molto dura nei confronti dell’operazione, e che porta oggi il deputato Danilo Toninelli a rivendicare il risultato: “la bocciatura da parte dell’Autorità Anticorruzione al progetto della fusione deriva proprio da una delle nostre denunce”.
Gli errori e i colpevoli
La segnalazione all’Anac risale ad ottobre 2015, quando il M5S evidenziava che “un’azienda privata e quotata, come A2A, non può acquisire senza gara il controllo di una società totalmente pubblica come Lgh e che in questo ambito sono state violate tutte le norme in materia di trasparenza, pubblicità e concorrenza”. Nessun dubbio sui colpevoli: “le amministrazioni dei Comuni interessate da questo affare scellerato sono tutte di centrosinistra ad eccezione di Rovato”.
Nessun ripensamento
“Il Pd – aggiunge Toninelli – ha lavorato e lavora ancora per la lobby della grande multiutility del Nord che porta guadagni ai soliti noti e questi sono i risultati. Quali saranno le conseguenze di tutto questo? Per i vertici delle società nessuna: è stato già escluso qualsiasi ripensamento sulle scelte fatte, la fusione non è in discussione. Ma la violazione delle regole comporterà anche delle sanzioni, che ricadranno sulle società e quindi sui costi per i servizi per i cittadini. Chi risponde di tutto questo?”.
Meditazione e responsabilità
Per il deputato cremasco, “a pagare saranno i cittadini. Per questo chiediamo ai vertici delle società interessate e agli amministratori dei Comuni soci non solo di assumersi direttamente le loro responsabilità, ma di meditare sull’utilità di tutta l’operazione. Che non è solo una questione di finanza e regole, ma anche e soprattutto di servizi essenziali, per i quali i cittadini vogliono una amministrazione pubblica sana e non un’amministrazione che pensa solo ai profitti e che nel farlo non rispetta nemmeno le più basilari regole di trasparenza”.