16-01-2017 ore 13:47 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Viabilità e mobilità, Tino Arpini boccia il Comune: “tasse al massimo servizi scadenti. Frazioni isolate e abbandonate”

“Viabilità e mobilità, per l’amministrazione Bonaldi è tempo di bilanci”. Va da sé la sonora bocciatura dell’operato comunale che ne trae Tino Arpini, capogruppo della lista civica d’opposizione Solo cose buone per Crema, in consiglio dal 2012 e frutto del sostegno della candidatura a sindaco di Antonio Agazzi. Pietra dello scandalo, “la penosa vicenda delle contrastanti sperimentazioni, prima dell’attuale assetto, di Porta Ombriano e piazza Giovanni XXIII”.

 

Da Porta Ombriano alle isole salvagente

L’esponente di minoranza ha realizzato un documento – integrale in allegato – nel quale sottolinea come “in un punto cruciale della viabilità cittadina, le iniziali indicazioni di “competenti e sperimentati professionisti” si sono rivelate fallimentari perché povere di quel profondo sapere che viene dalla quotidiana esperienza popolare”. Critiche all’attuale amministrazione anche per le “isole in porfido sanpietrino” e per gli “attraversamenti pedonali di viale santa Maria, via Viviani e viale Europa”.

 

Il triennio della roggia Alchina

“A Ombriano – attacca il consigliere - i cittadini hanno pazientato tre anni per un ripristino stradale in via Chiesa causato da un grave avvallamento sulla roggia Alchina, vedendosi sottratti posti auto e ricorrente pericolosità per così lungo tempo. Ora lo stesso problema si verifica in via Monte Nevoso e via Cerioli. Stavolta, al posto delle transenne hanno adottato un ennesimo assurdo senso unico”.

 

Dal miobus all’isolamento delle frazioni

Venendo invece alla mobilità, “a parte la quotidiana cronaca di ritardi e soppressioni dei treni, ma anche delle condizioni di viaggio su mezzi vetusti e dello stato di abbandono delle sale di attesa della stazione ferroviaria, per le quali l’amministrazione ha solo responsabilità indirette”, Arpini ripropone un suo cavallo di battaglia, criticando fortemente “il servizio di trasporto urbano, rappresentato dal Miobus”. In sostanza, le procedure sono subordinate a “noiose, difficoltose e, qualche volta impossibili prenotazioni telefoniche”. Ne consegue che “le popolose frazioni, Ombriano/Sabbioni, santa Maria e san Bernardino sono relegate ad una sorta di isolamento rispetto ai servizi amministrativi, commerciali, sanitari”.

 

Chilometraggio documentato

“Nel bilancio comunale 2016, alla voce costi per trasporti, è iscritta una cifra di oltre 370 mila euro che l’Ente ha girato per l’anno scorso ad un consorzio di gestione interprovinciale con sede a Mantova, con il quale si è convenzionato fino a tutto 2020. Il criterio di erogazione del contributo comunale al gestore – attacca Arpini – è il chilometraggio documentato. Questo spiega perché noi possiamo “ammirare” quotidianamente, non senza rabbia, tutti i mezzi Mio Bus girare a vuoto per la città. Con 29 posti a sedere, quando sono affollati, ne occupano uno. Per il gestore non è importante trasportare persone, quanto fare chilometri”.

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