12-05-2015 ore 10:30 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Parcheggi, il Consiglio comunale dà il via alla rivoluzione. Rifondazione comunista e 5 Stelle bocciano il progetto

Approvato in consiglio comunale il progetto Crema smart parking, per il quale ora si apre la fase della manifestazione d’interesse. Acceso ed inteso il dibattito che ha preceduto la votazione, con le forze politiche opulente nella fase di giudizio: 2, in media, gli interventi per ogni gruppo politico. A fine seduta, il provvedimento ha ricevuto 14 voti favorevoli, 5 astensioni (Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Solo cose buone per Crema e Servire il cittadino) e 4 voti contrari: Movimento 5 Stelle e Rifondazione comunista.

 

Favorevoli all’indirizzo

Il progetto Crema smart parking piace: ampio l’assenso accordato in sala degli Ostaggi anche dei gruppi di minoranza. Proprio dall’opposizione arriva il plauso alle linee d’indirizzo contenute nel progetto: innovazione tecnologica, facilitazione ed efficientamento del servizio fornito al cittadino. Testimonianza dell’apprezzamento è descritta dal voto dell’opposizione, che almeno nelle linee d’indirizzo non ha bocciato la manovra dell’amministrazione.

 

Il nodo economico

Non sono mancate le critiche, anzitutto per quanto concerne i paletti posti nella manifestazione d’interesse. Anzitutto l’onere privato: “viene chiesto un investimento entro dicembre di 500 mila euro – ha commentato Laura Zanibelli (Ncd) – mentre il ritorno economico è quantificato in circa 120 mila euro l’anno, per 5 anni, quindi poco più di quanto investito”. Puntando il dito sull’incertezza del futuro, ha rincarato la dose il forzista Simone Beretta: “la preoccupazione è tutta economica: non riesco a realizzare, se non con un aumento del numero degli stalli, un incremento delle risorse nelle casse comunali”.

 

Consiglio comunale, alcuni esponenti dell'opposizione (foto © Cremaonline.it)

Rischi e criticità

Scetticismo anche da parte del Movimento 5 Stelle (favorevole alla gestione in house del servizio), condensato da Alessandro Boldi in 3 punti: “la tutela dei dipendenti che verranno trasferiti; la sostenibilità dell’investimento del privato; la mancanza di una modalità per ridurre la percentuale di evasione sul pagamento della sosta. Avremmo preferito un progetto meno ambizioso e più realistico”. A questi si aggiunge “il rischio che dentro a questa manovra si infili un aumento dei costi per i cittadini – ha aggiunto il consigliere leghista, Alberto Torazzi – non essendo evidente quale possa essere l’impatto di questa operazione sulla pressione fiscale indiretta”.

 

Presunta contraddizione

Non convince fino in fondo nemmeno “la proroga di 5 anni del contratto – ha commentato Tino Arpini (Solo cose buone per Crema) – che aggiornando di anno in anno la possibilità del rinnovo, ad insindacabile giudizio dell’amministrazione, toglie l’interesse all’investitore”. Infine, la presunta contraddizione: “con il Pums – ha osservato Christian Di Feo (M5S) – si intende chiudere il centro al traffico ed allargare la Ztl, mentre Crema smart parking ne migliora l’accessibilità con un intervento strutturale: aumentando il numero di stalli”.   

 

Gestione diretta

Alla maggioranza è mancato anche l’appoggio di Rifondazione Comunista: “il disciplinare di gara è figlio dell’esternalizzazione del servizio – ha spiegato il consigliere Camillo Sartori – aspetto sul quale abbiamo sempre dichiarato parere negativo, sia da un punto di vista economico che per il trattamento dei lavoratori. Il progetto ha di per sé spunti lodevoli, ma noi siamo per una gestione diretta di questo servizio, consci che per il momento il Comune non avrebbe tali cifre da investire. Se in un futuro ci dovessero essere meno imposizioni fiscali dal Governo centrale, qualcosa si potrebbe comunque fare”. "Volete liberare la città dalle macchine - ha completato Renato Stanghellini - o per voi è solo una questione economica?".

 

Renato Stanghellini e Camillo Sartori (foto © Cremaonline.it)

“Argomentazioni vuote”

Tutte critiche, queste, prontamente rispedite al mittente: “si tratta di rispondere ai problemi dei cittadini – ha affermato Emanuele Coti Zelati (SeL) – tramite soluzioni tecnologiche che mi auguro si potranno ulteriormente implementare. Il livello delle osservazioni provenienti dalla minoranza è davvero basso: sono argomentazioni vuote, di nessuno spessore. Addirittura accusano il progetto di essere troppo ambizioso, quando ciò che abbiamo un ottimo punto di partenza e la possibilità di guardare avanti”.

 

Minoranza in retromarcia

“Questa operazione è il primo passo verso l’attuazione di una nuova mobilità sostenibile – ha sostenuto Livia Severgnini, Pd – si tratta di azioni che cambieranno la vita di tutti i giorni, dei cittadini e degli city users. Posso capire le preoccupazioni ma stasera non stiamo discutendo della questione economica, che invece verrà trattata in fase di redazione del bando”. “Tutti si dichiarano a favore del progetto – le ha fatto eco il capogruppo Pd, Gianluca Giossi – ma quando poi si deve passare ai fatti la minoranza si tira indietro. Noi, al contrario, proseguiamo il cammino della giunta, che in casi come questi tratta anche argomenti capisaldi dei programmi delle liste del 5 Stelle e di Agazzi”.

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