12-02-2015 ore 23:16 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Luogo di culto islamico, la maggioranza apre al dialogo. Giossi, Pd: “la minoranza si sieda al tavolo e discuta le soluzioni”

“Abbiamo appreso dello sfratto esecutivo alla comunità islamica dall’appartamento di via Mazzini in cui si trovavano a pregare da 17 anni. Dal 1° di ottobre non avranno più un luogo di culto, chiediamo dunque alla minoranza di sedersi al tavolo con noi per individuare una soluzione positiva del problema”. Così Gianluca Giossi, capogruppo Pd in Consiglio comunale, ha aperto la conferenza stampa della maggioranza.

 

La situazione, oggi

“Ad oggi – ha proseguito Giossi – Il Pgt redatto dalla precedente amministrazione nel 2011 prevede 3 aree per l’edificazioni di luoghi di culto: a Ombriano, in via Bramante e a Vergonzana, in fianco al seminario. Su quest’ultima area il privato non ha dato la concessione, mentre le altre due (attigue alla chiesa di Sant’Angela Merici e alla Sala del regno dei testimoni di Geova) sono troppo vicine ad altri due luoghi di culto. La minoranza ritiene ancora possano essere aree idonee per l’edificazione di una musalla?”

 

La variante al Pgt

“Cogliendo le preoccupazioni dei cittadini, abbiamo identificato un’altra area, ad Ombriano, che ci sembra la più adeguata per lo scopo. La nostra ipotesi permetterebbe, inoltre, la possibilità di stipulare un’intesa con la comunità islamica, utile a stabilire alcune regole di buona convivenza e favorire la creazione di una società multietnica, che i numeri confermano ormai essere tale. Vorremmo la città superasse le paure, pur legittime che siano, costituendo una comunità condivisa e coesa”.

 

Niente referendum

La maggioranza – presenti, in conferenza, esponenti di Pd, SeL, Rifondazione Comunista e delle liste civiche – apre dunque alla minoranza sul un tema che da mesi monopolizza il dibattito pubblico. Niente compromessi, però, su 2 nodi politici: referendum e Consiglio aperto. “Finché ci saremo noi – ha aggiunto Giossi – non ci saranno referendum sulla libertà religiosa, diritto sancito dalla Carta costituzionale”.

 

Un altro Consiglio aperto?

Secondo nodo politico è l’ipotesi di un secondo Consiglio comunale aperto: “non intendiamo delegittimare l’assemblea democratica per eccellenza, ovvero il Consiglio comunale, che si è già tenuto il 6 febbraio”, ha chiarito Emanuele Coti Zelati (SeL). “Nella  riunione dei capigruppo – specifica Giossi – il presidente del Consiglio comunale, Vincenzo Cappelli, aveva già fatto presente che l’alternativa sarebbe stata un’assemblea, che però nulla ha a che vedere con il Consiglio. Tutti i capigruppo, consapevoli della limitazione sul numero di posti a sedere, hanno votato per la seduta consiliare”.  

 

Minoranza costruttiva

Chiaro il messaggio lanciato ai gruppi d’opposizione: “le minoranze – ha domandato Coti Zelati – hanno in mente di andare avanti con i cori quali “chi non salta musulmano è!” oppure vogliono dimostrarsi una minoranza costruttiva capace di collaborare ad una soluzione condivisa”? Riguardo alle polemiche sul Consiglio aperto, ha concluso Teresa Caso (Pd), “vanno bene i pullman portati da Salvini mentre noi non posiamo stimolare la partecipazione al dibattito”? 

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