Con un’ampia e approfondita trattazione, il presidio di Libera del Cremasco Danilo Dolci e Peppe Fava e il circolo Legambiente Alto Cremasco, con il patrocinio del Comune di Crema, hanno presentato il rapporto curato da Legambiente e realizzato come ogni anno, grazie al contributo delle forze dell’ordine: gli abusi edilizi, il traffico illecito di rifiuti, le escavazioni incontrollate, cuore di un business che non conosce crisi e che assegna alla Lombardia un triste primato, quello di regione più permeabile alla corruzione tra quelle del centro nord. A introdurre gli ospiti presso la sala di via Forte - Sergio Cannavò responsabile del Centro azione giuridica di Legambiente Lombardia, Andrea Ladina e Oscar Stefanini, membri del circolo Legambiente Alto Cremasco - Nicolò Bassi, socio del presidio Libera Cremasco, che ha ricordato l’appuntamento di lunedì 21 marzo, per lo spettacolo Bum ha i piedi bruciati in programma al teatro San Domenico alle ore 21, in occasione della giornata della memoria e dell’impegno per la vittime della mafia; spettacolo che sarà riproposto nella mattinata successiva per le scuole cittadine.
Ciclo illegale dei rifiuti e del cemento
Che cosa rappresenta il termine “ecomafia”, coniato da Legambiente ed entrato ormai nei dizionari? Termine che indica, quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business. Parte proprio da qui l’articolato ed esaustivo intervento di Sergio Cannavò, avvocato di professione e responsabile del Centro Azione Giuridica di Legambiente Lombardia. Cannavò descrive il contenuto del “Rapporto 2015”, che analizza regione per regione, il fenomeno: dal ciclo illegale dei rifiuti, al ciclo illegale del cemento, ai reati contro gli animali, all’agromafia che riguarda tutta la filiera della produzione agroalimentare. Si tratta ormai di un fenomeno di portata nazionale, con picchi in alcune regioni meridionali, ma nella sostanza facendo le debite proporzioni rispetto a popolazione e numero di arresti, si può affermare che la diffusione sia ormai diffusa in tutto lo stivale.
Dati allarmanti
Nel libro si stima che il fatturato del 2014 si aggira sui 22 miliardi di euro, con la Lombardia prima regione in quanto a corruzione ambientale, nello studio proposto da Libera, Legambiente e Avviso Pubblico. Dal 2010 al 2015 le inchieste sulla corruzione ambientale in Italia sono state 230, delle quali 31 in Lombardia, pari a 13,5%, con dati impressionanti relativi al ciclo illegale del cemento, legato all’abusivismo e al movimento terra: un nervo scoperto in questa parte del paese, dove il settore risulta monopolizzato dalla ‘ndrangheta, che sapientemente coniuga ciclo illegale dei rifiuti e ciclo illegale del cemento.
Gli ecoreati
Fino a poco meno di un anno fa non esisteva una normativa in tema ambientale: solo con la legge n. 68 del 2015, cd legge ecoreati, si introduce nel sistema giuridico del nostro paese il reato di inquinamento ambientale e si da un’adeguata copertura legislativa penale. Infatti, la nuova legge introduce nel codice penale cinque nuovi delitti contro l’ambiente: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo e omessa bonifica. Non mancano le riserve rispetto a questo provvedimento legislativo, frutto dell’unificazione di 3 proposte di legge che da anni giacevano in parlamento, e non mancano le critiche rispetto a come è scritta la stessa legge, critiche che potrebbero essere estese alla legislazione italiana degli ultimi anni, la quale spesso non brilla per chiarezza in quanto in essa enunciato, tuttavia la legge n. 68 rappresenta senza dubbio un elevato valore simbolico.
La situazione nel cremasco
Per Legambiente, Andrea Ladina ha relazionato sulla condizione di suolo, acqua e aria nel territorio cremasco, sottolineando la necessità di monitorare continuamente quanto viene fatto dagli uomini. Citando Karl Popper, il quale scrisse che il prezzo della libertà è la continua vigilanza, invita tutti ad essere vigili rispetto ai temi ambientali. Ladina, ricorda casi noti come quello della costruzione della tangenziale di Crema a fine anni novanta e lo stesso ammodernamento della Paullese. E con riferimento proprio alla ex ss 415, pur plaudendo al nuovo tratto che da Crema porta a Spino, evidenzia come a livello ambientale non si può che auspicare il prolungamento della metropolitana fino a Paullo.
Ambiente e agricoltura
Membro del circolo Legambiente Alto Cremasco, Oscar Stefanini relaziona invece sul rapporto tra ambiente, agricoltura, biomasse, fino al cd “triangolo delle tripperie” di Palazzo, Monte e Pandino: Stefanini introduce la problematica relativa alle molestie olfattive, per le quali esiste una legge del 2011 (n. 28). Parla inoltre di cosa ha rappresentato per il paese la stagione dell’installazione a terra dei pannelli solari e dell’incidenza delle centrali di biogas: in provincia di Cremona se ne contano 137, delle quali 86 che funzionano solo con il granoturco, senza deiezioni animali. Quando gli incentivi finiranno, si chiede Stefanini, che cosa succederà? I terreni saranno compromessi, dopo anni di monocoltura mais destinata al biogas.
Più controlli
Dal dibattito che ne segue, emerge il favore per l’introduzione di questi temi nel sistema legislativo italiano, ma per tutti, fondamentale e indispensabile sono i controlli: da quelli centrali, alle strutture periferiche, fino all’azione degli enti locali. Su tutto, un interrogativo aleggia con insistenza: più controlli significa anche dare più risorse umane e strumentali a chi deve controllare, Asl, Arpa, forze dell’ordine.
Il referendum del 17 aprile
Per tutti noi l’obiettivo è arrivare ad avere fonti energetiche, diverse rispetto a quelle dello scorso secolo ed è per questo che “con ventre a terra”, si punta ad una campagna di sensibilizzazione e di promozione del Sì al referendum del prossimo 17 aprile. Si parla anche di questo nel corso della serata, per cercare di superare il quorum, nonostante la “scelta scellerata” dice Cannavò, operata dal Governo, che non ha consentito l’accorpamento del referendum con le elezioni amministrative.