“Il tema di questa sera in verità non dovrebbe essere materia di discussione, trattandosi di dare risposta a delle famiglie che chiedono di pregare il comune Dio all’interno di un luogo dignitoso e sacro. Centinaia di famiglie di religione islamica, fatte di genitori, nonni e bambini. Identiche alle nostre. A meno che qualcuno non sia in grado di dimostrare che questi cittadini sono parte di un’umanità minore, indegna di invocare ciò che pretendiamo per noi stessi”. Così il sindaco Stefania Bonaldi in apertura del Consiglio comunale dedicato all'ipotesi di realizzazione di un luogo di culto per la Comunità islamica della città.
Nuove leggi ed elezioni
“La nostra Amministrazione - ha proseguito - è lontanissima da idee del genere, dunque non ci si chieda di rinunciare, neppure cercando di metterci all’angolo con leggi che sembrano provenire da luoghi dove la Ragione pare essersi smarrita, sfregiando l’immagine di una Regione così evoluta, come la nostra Lombardia. E’ anche inutile agitare lo spauracchio delle prossime elezioni comunali, evocando sonore sconfitte nel caso portassimo fino in fondo il nostro intendimento. Non tutto si può misurare in termini di vittorie e di sconfitte. Ognuno è ricordato per il valore sociale delle proprie azioni, per questo non ci fa paura una sconfitta elettorale, mentre proveremmo orrore nelle nostre coscienze se arretrassimo di un solo centimetro sulla difesa di un diritto”.
La richiesta ufficiale
“Stasera a me spetta il compito di spiegare i passi previsti sul piano amministrativo, per garantire tale diritto. Partiamo dall’inizio. Nel luglio del 2012, due mesi dopo il mio insediamento, vengo interpellata dal signor Douadi Bouazine, responsabile della Comunità Islamica cremasca, che da 15 anni si ritrova a pregare in un appartamento di Via Mazzini: 15 anni all’interno di un condominio, senza che le voci oggi stentoree emettessero un solo pigolio, sebbene abbiano anche avuto in mano il governo della città. Già con le amministrazioni Ceravolo e Bruttomesso la comunità islamica aveva avuto altri luoghi pubblici per la preghiera, in particolari momenti dell’anno, quando l’appartamento di via Mazzini risultava troppo piccolo per accogliere i fedeli. La comunità, nel luglio 2012, chiedeva che il Comune l’aiutasse a individuare un’altra struttura, da acquistare o affittare, o un’area su cui realizzare a proprie spese una sala di 2-300 mq, in conformità alla norma urbanistica”.
La vicenda urbanistica
“Il punto è solo questo. Una vicenda urbanistica. Non spetta a noi sindacare sul credo dei cittadini. La Legge Regionale 12 del 2006, prevede che i luoghi destinati al culto nella nostra Regione debbano essere individuati nel Piano di Governo del Territorio, con una classificazione specifica. Non basta una generica destinazione "a servizi", occorre una destinazione a luogo di culto”.
Le tre aree
“Ebbene, il nostro PGT, approvato nel 2011, non da noi ma dall’amministrazione precedente, di centrodestra, individua come aree destinate al culto, oltre alle chiese cattoliche e alle loro pertinenze, esclusivamente tre aree. Una a Ombriano, di fianco alla sede dei Testimoni di Geova. Una attigua alla chiesa di Via Bramante, accanto all’area Ex Olivetti. Una adiacente al Seminario Vescovile di Vergonzana. Noi abbiamo ricevuto queste indicazioni, approvate da coloro che oggi gridano. Ripeto per chi non era attento. Le aree sono state individuate dalla precedente amministrazione, noi siamo partiti da quelle indicazioni, e abbiamo cercato di creare il massimo della compatibilità tra il territorio, i suoi abitanti e il nuovo insediamento. Per essere ancora più chiari, se non intervenissimo sul Piano, oggi potremmo già prevedere il luogo di culto fra le case di Ombriano o di fianco alla Chiesa di Via Bramante (l’area di Vergonzana è di un privato che è indisponibile). Si legga il PGT vigente per averne le prove”.
Propaganda politica
“Visto questo lascito maldestro, abbiamo dovuto mettere mano ad una variante urbanistica, cercando soluzioni che evitassero interferenza con le abitudini dei cremaschi, cosa che i nostri predecessori, ripeto coloro che oggi eccitano gli animi, avevano completamente trascurato. Questi sono i fatti, il resto è solo propaganda politica, e nemmeno di grande livello. A Crema non esiste un dibattito sul diritto di professare il culto islamico, non possiamo ridurre le religioni alle loro minoranze malate. Anche Totò Riina aveva gli altarini votivi in casa, ma lui non è il cattolicesimo. Potrei portare altri esempi, vicini a noi, ma li lascio alle consapevolezze di ciascuno”.
La Carta Costituzionale
“Il diritto di libertà religiosa è sancito dalla Carta Costituzionale agli articoli 3, 8, 19, 20, 117, ed è un diritto indisponibile, soprattutto alle goliardie legislative e ai referendum. Non su può sottoporre a referendum un diritto! Finché sarò sindaco, non ci saranno violazioni di diritti e sfregi alla Costituzione. In questi giorni sono stata destinataria di lettere anonime provenienti dalle sentine dell’umanità, cui non posso rispondere perché la voce della civiltà non arriva in certi antri, certo mi preoccupa sapere che negli scantinati di Crema vivano alligatori di questa meschinità. Sono questi i nemici di tutti, non i cittadini che si vogliono riunire in pace a pregare”.
La sicurezza
“Sono cremasca, qui vivono la mia famiglia e tanti miei affetti, solo un pazzo potrebbe credere che farei qualcosa per metterne in discussione la sicurezza. Qui nessuno verrà a turbare la nostra convivenza, e se dovesse presentarsi gli opporremmo il primato della legge. Ma proprio in fatto di sicurezza sento la responsabilità di trovare soluzioni e punti di equilibrio, per questo sono certa che riconoscere un diritto e consentire il suo esercizio nella legalità e alla luce del sole, sia molto più sicuro e tutelante per tutti noi. Sono l’arbitrio e l’ottusità ad aprire le porte alla clandestinità e al conflitto sociale.
Il campo di motocross
“Con la stessa comunità islamica cremasca, dunque, individueremo un luogo lontano dall'abitato, proprio per non creare problemi di convivenza. Noi proporremo lo spazio accanto all’area Ex Voltana in Via Milano, una porzione di terreno comunale oggi ceduta come campo di motocross. Immaginiamo la possibile cessione di una porzione di area, utile a realizzare una sala di 2-300 mq ed un annesso parcheggio, in diritto di superficie, dietro pagamento di un canone al Comune. Questo ci consentirebbe di stipulare una convenzione con la comunità islamica, vincolandola ad una serie di impegni, a cominciare dal rispetto dei principi di eguaglianza, libertà e democrazia della nostra Costituzione, il cui dettato vale per tutti. Chiederemo garanzie di trasparenza, tracciabilità degli imam impegnati nella predicazione, impiego della lingua italiana, diffusione dei testi della predicazione, accessibilità, sicurezza ed ordine pubblico”.
Il rispetto del diritto
“Su questi temi e su queste garanzie siamo disponibili a parlare con tutti i cittadini di buona volontà, per trovare strade che consentano di coniugare il rispetto di un diritto e le legittime preoccupazioni di una comunità. Altre ipotesi non appartengono alla realtà, come non appartengono alla realtà quei discorsi pretestuosi che fantasticano di reciprocità. Non si può accusare le altre civiltà di essere arretrate e poi chiederci di comportarci secondo le loro regole”.
I timori
“Mi si permetta di ringraziare il vescovo Cantoni, il cui documento sulla questione come cremaschi ci rende orgogliosi. Mi si permetta altresì di rassicurare i cittadini timorosi, che ascolteremo escogitando soluzioni a salvaguardia anche i loro diritti. Ringrazio anche quegli amministratori che, pure dissentendo, lo fanno in modo civile e costruttivo, individuando eventuali criticità su cui potremo lavorare insieme. Non posso ringraziare invece chi, giocando sulle preoccupazioni di cittadini onesti, alza la voce e alimenta le paure, pensando di indurci ad arretrare. Fatica inutile, questa vicenda ci rende più forti e ci spinge a incrementare il nostro impegno a favore dei diritti dei cittadini. Grazie per la vostra attenzione”.