Il congresso di Forza Italia, riunito stamattina nella sala di Porta Ripalta in via Matteotti dalle 10 del mattino, poco dopo le 14 ha eletto il nuovo coordinatore comunale: al termine dello spoglio, seguito da una trentina di persone, Gianmario Donida è stato protagonista di una formidabile rimonta, ricevendo in tutto 134 voti contro i 127 di Renato Ancorotti, che per larga parte dello spoglio è stato avanti anche di trenta voti, facendo pensare ad un plebiscito. Eletti anche i 9 delegati provinciali: Susanna Guerini Rocco 54, Paola Orini 51, Domenico Donida e Marcello Fortini 50, Enzo Bettinelli 49, Opimio Chironi 48, Franco Guerini Rocco e Lorenzo Perolini 47, Giovanni Palumbo 39.
La grande sorpresa
Il voto è stato un processo chiassoso, complicato dalle dimensioni della sala, una chiesa sconsacrata, tanto deliziosa quanto raccolta. Più volte Antonio Agazzi s'è alzato per chiedere silenzio ed il rispetto l'ordine, per consentire agli interessati di poter seguire le varie relazioni; l'esito dell'urna ha sorpreso molti, in particolare per la certificazione della frattura interna al partito. A caldo, Simone Beretta ha sostenuto che “la differenza l'hanno fatta il numero degli ammalati, dall'una e dall'altra parte”, mentre in molti si sono affrettati a bollare come “impossibile” che l'attuale capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale “possa prendere ordini da Donida”. Altrettanto evidente la quasi totale assenza di giovani. Veniamo alle relazioni. Poco dopo le 10 il congresso è stato aperto dal coordinatore provinciale Mino Jotta che, sottolineando la vivacità del partito a livello locale, in particolare per i 47 congressi provinciali in cui gli azzurri sono impegnati in provincia di Cremona, ha spronato i militanti alla coesione, elemento indispensabile alla ricostruzione di una forte identità di centrodestra, da opporre “all'ipocrisia della sinistra”.
Il coordinatore uscente
A conti fatti Donida succede ad Enzo Bettinelli, che ha guidato il partito per 9 anni, a partire dal settembre del 2007, “affrontando una crisi economica senza precedenti”. Nella sua relazione, ha ricordato che “a Crema, fin dal primo anno di mandato”, la giunta di sinistra “non ha mostrato alcun coraggio, solo tasse e nessun taglio alla spesa, un'autentica stangata”. Per il coordinatore uscente “Forza Italia può unire il centrodestra perché difende i valori della tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti, a cominciare dagli avversari”.
La sicurezza di Ancorotti
Il primo dei due sfidanti a prendere la parola è stato Renato Ancorotti. Molto sicuro di sé, ha spiegato di essere stato “l'ago della bilancia tra due gruppi, la vecchia guardia e il nuovo che avanza”. Ricordando che “i nemici non sono qua” e che il congresso non può essere “il luogo della resa dei conti”, ha sostenuto che “anche se i vecchi in passato hanno commesso degli errori, non possiamo mandarli via”. Ciò che conta, secondo l'imprenditore, “è la presentazione di un programma e vincere, perché se l'anno prossimo ci presentiamo così divisi non vinciamo. La città non ha più sicurezza, dobbiamo creare occupazione e sviluppo”. In conclusione, ha confidato di sperare che “il partito di domani sia un partito di amici”, dicendosi contrario “alle rese dei conti e alle epurazioni” e spronando alla realizzazione di “un partito di persone liberali e democratiche”.
L'emozione di Donida
Molto emozionato Gianmario Donida che, dopo aver ricordato i due anni di percorso del Club Forza Silvio Crema 1, seppur senza citarlo mai per nome, s'è definito “l'alternativa al candidato istituzionale”. Conclusa la fase congressuale - “una giornata molto democratica” - l'obiettivo sarà “costruire un partito unito, compatto”. Rispetto a quanto accaduto sinora, Donida ha espresso il desiderio di “maggior partecipazione alla vita del partito”, sostenendo la necessità di promuovere “il confronto collegiale” prima di procedere alle decisioni. Il partito, ha concluso, non deve essere “strumento di gestione del potere”, ma favorire “un rinnovamento culturale”.
La vivacità e la vitalità
Aperto il dibattito, Jotta ha dovuto riprendere la parola poco dopo, cedendola quindi all'europarlamentare Massimiliano Salini; lodati i militanti azzurri della provincia di Cremona “per la vivacità e la vitalità”, detto che “a nessuno interessa la moschea”, ha attaccato il centrosinistra cremasco e sostenuto che “la ricchezza del centrodestra” in generale e di Forza Italia in particolare, “è fuori dal consiglio comunale”. In sostanza, “Crema merita un altro sindaco, uno che non fa 80 ore al giorno per mascherare i problemi che non riesce a risolvere”. Alzando il tono e rivolgendosi al pubblico ormai impegnato nelle fasi del voto, ha intonato l'appello finale: “permettiamoci di consegnare la città a chi può far meglio. Il candidato che batterà la Bonaldi c'è già; facciamo un percorso serio, basta coi capricci, si parli della realtà”.