“La provincia di Cremona può svilupparsi ancora, nonostante fare sistema incontri ancora molte resistenze”. All’Icas di Vaiano Cremasco la sala allestita per l’assemblea generale dell’associazione Industriali di Cremona è gremita. Autorità, istituzioni e rappresentanti del territorio applaudono Umberto Cabini, titolare dell’azienda e presidente uscente degli industriali. Introducendo il suo successore Francesco Buzzella eletto stamattina. Traccia un quadro di speranza sebbene non scevro da criticità.
Innovazione e continuità
Per il prossimo quadriennio sarà Buzzella (in allegato la relazione integrale) a guidare l’associazione di categoria: “Rappresenterò la voce degli industriali delle provincia di Cremona con passione e spirito di servizio”, ha affermato. Innovazione e continuità con il passato recente sono i propositi del nuovo mandato, assieme alle parole d’ordine: "merito, professionalità, dinamismo ed efficienza". Il ruolo di corpo intermedio rivestito dall’associazione sarà esercitato a partire dal livello locale e dal dialogo con la politica: “saremo lontani dai partiti ma vicini alla buona politica del territorio”. Nutrita la schiera di amministratori presenti all’assemblea: dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi, al ministro Giuliano Poletti, passando per il sottosegretario Luciano Pizzetti, la deputata Cinzia Fontana e i consiglieri regionali Agostino Alloni e Carlo Malvezzi.
La crescita e i nodi critici
Per il neo presidente “la crescita economica è una necessità”: l’uscita dalla spirale di depressione non è ancora stata completata ma le statistiche recenti fanno sperare. Molte le sfide cruciali. La prima è il riordino dell’assetto amministrativo: “incerto e ondivago, che oscilla tra poteri autonomisti ed esperienze di centralismo”. La situazione è resa più incerta dal problema normativo. Per Buzzella “l’Italia è oppressa dalle leggi, troppe e complesse”. Tutto l’opposto del principio di efficienza: “non si tratta solo di tagliare le spese della pubblica amministrazione ma di ottimizzare la qualità dei servizi”. Infine, altri freni alla crescita sono rappresentati dalla lentezza della giustizia civile e dalla scarsa governabilità del paese: “per l’Italia la vocazione deve restare quella di un sistema maggioritario”.
Tecnologia, giovani, sviluppo
Dal livello nazionale al locale, tra le questioni più urgenti figura quella tecnologica, da declinare in un nuovo paradigma produttivo: “ci saranno cambiamenti – ha spiegato Buzzella – ma nessuna macchina sostituirà la creatività dell’uomo, la sua capacità di prendere decisioni e gestire aspetti emotivi e relazionali della vita lavorativa”. In questo senso l’impegno degli industriali sarà rivolto alla “ricerca di soluzioni che sostengano i giovani nella creazione di nuove imprese”. Rispetto al turnover del mercato del lavoro, l’obiettivo sarà “creare un ponte generazionale per accompagnare alla pensione i lavoratori quasi al traguardo, favorendo l’ingresso dei giovani”. Sul territorio provinciale i capisaldi rimarranno l’innovazione, la formazione e il sostegno alla produzione: “a noi imprenditori spetterà avere una visione del futuro" ha chiosato Buzzella: "mettiamoci al lavoro”.