06-10-2017 ore 13:27 | Economia - Aziende
di Gianni Carrolli

Crema. Decreto Madia, vendute le quote di Banca Etica. Botta e risposta con l’istituto

Per adempiere alle linee tracciate dal decreto Madia – che disciplina, tra le altre cose, la razionalizzazione delle partecipazioni degli enti locali – il Comune di Crema ha deciso di vendere le 50 quote di Banca etica che deteneva. Scelta che preoccupa il Gruppo di iniziativa territoriale dell’istituto bancario, secondo i quali “detenere una partecipazione, spesso simbolica, in Banca Etica, significa rivendicare (e ce n’è bisogno) il profilo pubblico dell’attività creditizia e del risparmio, in linea con l’articolo 47 della Costituzione”.

 

Diversa interpretazione

A differenza di crema e Cremona, i comuni di Brescia e Cuneo hanno dato un’interpretazione differente della normativa, mantenendo le quote acquistate. “Noi pensiamo che sia connesso con le finalità istituzionali dell’ente locale sostenere la finanza etica – spiegano i soci in una nota (integrale in allegato) – sperimentare finanza etica è ugualmente necessario come, ad esempio, aderire ad Avviso Pubblico”. Banca etica “fa cultura, reale difesa del risparmio dei cittadini, vera educazione finanziaria dal basso, nel quotidiano, interrogandosi e interrogando sugli effetti, anche non economici, delle azioni economiche, per cambiare in meglio l’ordine delle cose”.

 

I motivi della cessione

Replicando alle osservazioni d Banca etica, il sindaco Stefania Bonaldi spiega come “Banca Popolare Etica non svolge alcun servizio d’interesse generale, non eroga servizi strumentali per conto degli enti soci, non espleta l’attività di centrale di committenza e non agisce, quale società pubblica di progetto o società mista con socio selezionato mediante gara pubblica, per la realizzazione di opere o servizi pubblici. Pertanto, non ricorre purtroppo alcuna delle ipotesi previste dal D.Lgs. 175/2016 che legittima il mantenimento da parte del Comune di Crema della proprietà della partecipazione sociale in esame”.

 

L’adesione ad Avviso pubblico

“Questo – aggiunge il primo cittadino – ha motivato la scelta di rinunciare, nostro malgrado, alla partecipazione societaria. Al contempo, proprio per dimostrare la sensibilità ai temi etici anticipiamo l’imminente adesione del nostro Comune ad Avviso Pubblico, associazione che mira a collegare ed organizzare gli amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica amministrazione e sui territori da essi governati”.

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