In un giorno di piena estate del 1985, Lise Rouillard, vede da una finestra Emilio Bosio, camminare a dorso nudo. Per lei diventa “un dio sul tetto”. Corpo da scultura rinascimentale, bellissimo, Giuseppe Morandi vorrà incontrarlo, fotografarlo nel suo ambiente ed in campagna, senza costruire le immagini, ma rappresentandolo al naturale; come scrive Paolo Barbaro “per rendere a quella persona il senso di una condizione generale”. Del resto, è proprio Morandi a raccontare che la storia non la fanno solo gli storici, ma spesso e volentieri a tramandarla a chi poi ha il compito di metterla per iscritto sono i contadini, gli umili, le persone semplici. È questione di rispetto riproporli per come sono, tali vanno raccontati e fotografati: "non come i fascisti, che facevano le fotografie ai contadini con addosso i vestiti della festa".
Human factor, diritti e solidarietà
La mostra inaugurata oggi pomeriggio nella sala Agello del centro culturale Sant'Agostino parte da qui: come ha osservato Peter Kammereer, “i naufraghi diventano angeli in fondo al mare che non metteranno piede sulla terra”. Tutto ciò è il debutto di Human factor, cultura, diritti e solidarietà. “Come riassume il titolo – ha spiegato il deputato di SeL Franco Bordo - l'uomo è al centro dei nostri discorsi perché il senso della politica, la polis, si trova nelle donne e negli uomini. Diventa prioritario provare a leggere ed a comprendere come quel fattore umano si manifesti nella realtà: insieme cerchiamo di capire la realtà per provare a comprenderci meglio”.
Dimensione culturale
Del medesimo avviso il sindaco Stefania Bonaldi e l'assessore alla cultura Paola Vailati. La politica ha la necessità di uscire dal pantano delle lotte intestine per tornare a sviluppare una dimensione culturale, un approfondimento: “non vuol essere un esercizio intellettuale – sottolinea Bordo – ma un modo per riflettere e approfondire quanto accade”. Nella nostra realtà l'integrazione procede a rilento e per l'artista si fa necessario stabilire un rapporto diretto con le persone: “ogni fotografia ha un volto, un nome, una storia, una vita”. Non si fotografa di sfuggita, per colpire allo stomaco, vendere, incassare, mettere nel calderone e subito dimenticare.
Classe subalterna
A cavallo degli anni Ottanta e Novanta, attraverso Punto a capo, Giuseppe Morandi era già stato a Crema, al centro culturale Sant'Agostino con due mostre dedicate alla classe subalterna: è stata rappresentata dai braccianti e dagli operai, per arrivare sino ai migranti, ora “punta di diamante della classe subalterna, alla quale dare volto e voce, perché possano raccontare la propria storia, dialogare, far parte del nostro mondo”. Per Morandi, membro della Lega di cultura di Piadena, accompagnato anche da Gianfranco Azzali, il Miciu, è indispensabile avere il coraggio di guardare senza paura, per riuscire a cogliere la grande ricchezza dell'umanità. Del resto, già nel 1962 Pasolini scriveva: “Dobbiamo ammetter l'idea di migliaia di figli neri o marrone. Infanti con l'occhio nero e la nuca ricciuta. Altre voci, altri sguardi, altre danze: tutto dovrà diventare familiare e ingrandire la terra!”
Orari
La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta al pubblico nella sala Agello del Centro culturale Sant'Agostino di Crema sino a domenica 4 ottobre. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.