05-02-2018 ore 12:36 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

Caffè filosofico. Davide Poggi spiega John Locke e la sua etica della comunicazione

"Quanti, fra gli stessi esperti di storia della filosofia o addirittura estimatori dell'Empirismo inglese, hanno letto il terzo libro del Saggio sull'intelletto umano la più importante opera di John Locke? Pochissimi. Eppure l'opera completa del filosofo inglese del 1600 è composta da quattro libri e quindi non sarebbe dovuta sfuggire all'attenzione degli studiosi l'Etica della comunicazione di cui argomenta il terzo libro”. Così parla Davide Poggi professore associato di Filosofia teoretica all'università di Verona e relatore al Caffè filosofico di Crema lunedì 15 gennaio. Il fatto è che Locke in questo libro anticipa quell'analisi linguistica che occuperà poi tanto spazio della riflessione filosofica fra 800 e 900, ma che nel suo tempo costituì una novità pressoché assoluta.

 

Un linguaggio eticamente corretto realizza la solidarietà sociale

“L'importanza delle parole, della loro analisi ed indagine, serve a dare un senso il più possibile preciso - chiaro e distinto, direbbe Cartesio - ai nostri pensieri e alle nostre idee per poter conoscere il mondo e gli uomini. Soprattutto per elaborare quel “convenzionalismo linguistico” indispensabile per realizzare un forte legame intersoggettivo che tiene assieme la società. Uscire dall'individualismo è il primo obiettivo dell'uomo e il linguaggio è lo strumento che lo permette”: senza connessione - una parola che oggi conosciamo bene - la gente rimane solo una confusa moltitudine senza alcun ordine”.

 

Dialogare con reciproca tolleranza

L'analisi del testo lockiano di Davide Poggi continua: “il linguaggio sta all'origine della solidarietà sociale esprimendo una continua approssimazione alla verità cui ciascuno, dialogando, contribuisce. Certo occorre dialogare con amicizia e tolleranza, con quello spirito antiretorico e antidogmatico che dimostra un corretto approccio etico al reciproco confronto di opinioni. Naturalmente c'è un pericolo: parlare per metafore ed allusioni significa voler sedurre l'ascoltatore con parole accattivanti che colpiscono più per la loro bellezza che per la loro verità”. Spesso la seduzione linguistica tende a nascondere l'ignoranza o l'impotenza: la lezione di Locke parla ancora al nostro tempo. 

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