Una lezione magistrale di rock progressive eseguita con generosità, passione e soprattutto una classe sopraffina. Cavalcate travolgenti costruite su minuscoli frammenti, elementi sonori e ritmici che contraddistinguono la nostra quotidianità: nell'arte dei Van Der Graaf il respiro della modernità, gli ingredienti del mondo tecnologico sembrano combattere, miscelarsi ed inesorabilmente sciogliersi a vantaggio dell'armonia della natura.
Over the hillSonorità eccelse accompagnate da un'enorme sapienza portano i Van Der Graaf Generator a dosare ironia e virtuosismo. La serata del Live si apre un quarto d'ora prima delle 22 con
Over The Hill:
"Let's recount our history, our tale of boom and dust". La scaletta si discosta da quella di Udine della sera precedente. L'intenzione è quella di offrire uno spettacolo unico ogni sera, facendo girare i vari pezzi del repertorio attorno a due brani ritenuti fondamentali nel tour 2013.
FlightIl primo è
Flight, una poetica
suite che supera i venti minuti. Pubblicato in
A Black Box (Mercury, 1980) è nato - e ne mantiene alcune delle caratteristiche - come pezzo solista; in questa versione per trio è ricamata sul timbro vocale di
Hammill: un crescendo funambolico che nasce da un ossessivo giro di pianoforte e grazie alla spinte
free e
jazz ripercorre alcuni dei paesaggi più noti del
progressive, con chiarissimi rimandi ai Crimson. Il messaggio, in musica, è chiaro:
Your Time Starts Now.
All That BeforeCon
Lifetime l'ambientamento si conclude: "
I can remember it so well, the bed of roses where we lay, the crown of thorns I was so keen to give away". Un'ora abbondante di musica prepara all'arrivo di
All That Before. La serata si trasforma. Anche questo pezzo è inserito in
Trisector, del 2008, ma viaggia sui medesimi binari di
You really got me: la citazione è di quelle da urlo:
801 live. Il pubblico apprezza e non lo manda certo a dire, regalando la prima
standing ovation della serata.
Scorched EarthPresentando il tour europeo
Peter Hammill aveva avvisato il pubblico: "non aspettatevi di sentire dal vivo gli stessi suoni del disco. Non saremo una cover band di noi stessi. Rispetteremo i tratti fondamentali dei nostri pezzi ma cercheremo di reinterpretarli ogni volta". Il lavoro di
Hugh Banton e
Guy Evans è sopraffino e
Scorched Earth - da
Godbluff, 1975 - ne è un ottimo esempio. In molti vorrebbero che da questo tour venissero tratti un album o un dvd, per poter riassaporare e tentare di riavvicinare le emozioni provate dal vivo.
A Plague of Lighthouse KeepersLa serata volge al termine, spiega Hammil con un sorriso ed un accordo che strappa un boato. E' il momento che tutti aspettavano,
A Plague of Lighthouse Keepers - "un pezzo suonato dal vivo solo un paio di volte", sostiene Hammill - il tributo ad uno degli album più amati - soprattutto in Italia - dei Van Der Graaf,
Pawn Hearts. Pubblicato nel 1971 rimane tanto splendido quanto attuale, nonostante la mancanza del sax di
David Jackson. Quelli che seguono sono 23 minuti di musica eterni, un balsamo che rende ogni cosa migliore.
GogHammil, Banton e Evans, che si sono concessi fino all'ultima goccia, suonando davvero, senza ricorrere a mezzucci o aiuti tecnologici, prendono fiato, si godono il meritatissimo tributo del pubblico: tutti in piedi a spellarsi le mani, commossi, stravolti da tanta grazia. L'ultimo saluto viene da
Still life, dal 1976, con
Gog:
Will you not run from this and love me for one more life?.